Rapporto OCSE: stipendi insegnanti inferiori rispetto a quelli di altri lavoratori laureati. Valditara: ‘Rendere più attraente questa professione’

Scende in Italia la quota di giovani senza un’occupazione, ma in alcune Regioni del Sud e nelle Isole, più del 25% di giovani adulti non ha completato l’istruzione secondaria superiore. Oltre un terzo di 25-34enni ha una qualifica tecnico professionale come più alto livello di istruzione raggiunto. Sono solo alcuni dei dati presentati oggi, martedì 12 settembre alle ore 11.00, presso la sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione e del Merito in occasione della presentazione dei risultati del Rapporto OCSE “Education at a Glance 2023”, con l’intervento iniziale del Ministro Giuseppe Valditara. Il Rapporto è presentato da Tia Loukkola, Direttrice del Centro per la ricerca educativa e l’innovazione dell’OCSE. A moderare l’evento è Roberto Ricci, Presidente Invalsi.

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Ad aprire l’evento è il ministro Valditara: “Il tasso di occupazione nei paesi Ocse – Italia compresa – è molto più elevato tra chi proviene da un percorso tecnico professionale rispetto da chi proviene dai licei. Altro aspetto sul quale dobbiamo riflettere molto: nell’area Ocse il 14% dei giovani non ha conseguito il diploma, percentuale che in Italia arriva al 22%. Anche in questo caso l’Italia è spaccata in due, ed è moralmente inaccettabile. Per questo abbiamo pensato ad Agenda Sud che coinvolge 245 scuole in cui abbiamo avviato una sperimentazione su 10 punti. Ad ottobre sarò nuovamente a Caivano ad annunciare l’arrivo di una ventina di insegnanti. Ritengo che su certe materie chiave aggiungere docenti sia fondamentale anche per garantire più tempo scuola.  Non è un caso – ha detto il ministro – che la Camorra nei giorni scorsi abbia sparato di fronte alla chiesa di Don Patriciello che aveva proposto più scuola”.

“L’idea del tutor e del docente orientatore favorisce il percorso di personalizzazione. Una delle sfide, insieme alla  riforma dell’istruzione tecnica e ad Agenda Sud, che lanciamo raccogliendo i risultati del report che presentiamo oggi. Obiettivo – conclude Valditara -: dare un futuro a tutti i giovani del nostro Paese“.

Il risultati del rapporto si concentrano attorno a due temi, l’istruzione e la formazione tecnica e professionale e il finanziamento e l’organizzazione del sistema scolastico. Risultati che mostrano come la quota di giovani adulti (25-34enni) senza un’istruzione secondaria superiore, dal 2015 al 2022, sia scesa passando dal 26% al 22%, anche se in alcune regioni del Sud e nelle Isole, più del 25% dei giovani non ha completato l’istruzione secondaria superiore. Parlando dei tassi di occupazione, il report evidenzia inoltre come quelli di chi è in possesso di una qualifica secondaria superiore tecnico professionale siano leggermente superiori rispetto a quelli dei coetanei in possesso di una laurea di primo livello, ma i guadagni inferiori. 

I numeri parlano chiaro: il rischio di diventare Neet è più alto tra i 25-29enni diplomati che tra i coetanei laureati. E la quota di Neet è più alta nel Sud e nelle Isole, sebbene sia diminuita dal 2015 al 2019 (ultimi dati disponibili). 

Per quanto riguarda l’IeFP, qui gli studenti hanno meno probabilità di completare il proprio percorso rispetto agli altri studenti iscritti ad altri percorsi di studi secondari più generali. 

Per quanto riguarda l’Istruzione Tecnica Superiore (ITS) quello che emerge dai risultati è che questo tipo di percorsi sia efficace, ma ancora concentrato solo in un numero limitato di regioni.

Parlando di finanziamento dei sistemi di istruzione, nel nostro Paese la spesa media per studente è diminuita leggermente nel corso del primo anno della pandemia. In Italia la spesa pubblica per l’istruzione è diminuita nei periodi 2008/2018 e 2018/20, sebbene il numero degli studenti sia rimasto stabile nel tempo. 

Le ore totali di istruzione obbligatoria nell’istruzione primaria e secondaria inferiore differiscono fortemente nell’area OCSE. Le vacanze variano dalle 4 alle 13 settimane. E a variare da un paese all’altro sono ange gli stipendi dei docenti. In Italia gli stipendi degli insegnanti sono spesso inferiori rispetto a quelli di altri lavoratori laureati. 

“Permettetemi di focalizzare l’attenzione sull’istruzione e formazione tecnica e professionale – commenta Roberto Ricci -. Rappresenta un’opportunità molto importante. E anche il tema economico deve farci riflettere. Proprio oggi il Times lancia l’allarme: in Gran Bretagna gli iscritti ai nuovi corsi per insegnanti sono poco più della metà rispetto ai posti messi a disposizione. E’ un problema un po’ di tutti i paesi avanzati quello di essere attrattivi rispetto agli insegnanti. Altro tema è che ancora una volta l’importanza dell’istruzione nello spazio 0-6: è la pietra angolare del nostro sistema formativo e i dati ci aiutano a pensare in questa direzione. C’è tantissimo da fare perché il fenomeno dell’istruzione è più importante per un Paese che ha a cuore il proprio futuro”.

“In tutto l’occidente – riprende in chiusura la parola il ministro Valditara in tutti i paesi dell’area OCSE, la professione docente è sempre meno attrattiva. E’ un tema drammatico che si riscontra anche in Italia. C’è una sproporzione in termini retributivi. Ma c’è anche il tema di ridare autorevolezzza sociale a questa professione che è il lavoro più bello del mondo. Ridare autorevolezza e prestigio sociale, oltre che valorizzare l’aspetto economico per rendere più attraente questa professione. E’ questa la grande sfida del futuro. Se vogliamo una scuola in grado di formare i ragazzi dobbiamo motivare i docenti. Io credo che una delle grandi emergenze sia proprio questa: come rendere più attraente una professione strategica per sviluppo del nostro Paese”.

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