Focus group di studenti con esperti e docenti formati. Ma in orario extracurricolare e su base volontaria. Il piano di Valditara per combattere la violenza sulle donne

Si parte in via sperimentale quest’anno con moduli da 30 ore per le scuole secondarie di II grado. Ma saranno le scuole a scegliere se partecipare o meno e tutto si svolgerà in orario extracurricolare. Sono questi i punti nodali del piano “Educare alle relazioni” presentato questa mattina dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, insieme alla ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Con loro il ministro ha inoltre firmato un protocollo con lo scopo di contrastare la violenza sulle donne partendo dalla scuola e di introdurre l’educazione sentimentale promuovendo il rispetto e la consapevolezza sulle conseguenze degli abusi, dopo la tragedia di Giulia Cecchettin.

Un progetto che non prende avvio dai recenti fatti di cronaca, ma che è partito da una mia forte volontà di dire ‘basta’ ai residui di cultura maschilista e machista che inquinano il nostro Paese – ci tiene a precisare il ministro -. È inaccettabile che la donna debba subire vessazioni, umiliazioni e violenze sino ad arrivare ai fatti di questi giorni”.

Da qui l’idea di creare nelle scuole gruppi di discussione tra ragazzi ed esperti per far emergere i problemi e superarli. Gli studenti saranno invitati a prendere consapevolezza dei propri atteggiamenti e delle proprie relazioni per, in caso, modificarle. Saranno inoltre indotti sulle conseguenze penali che alcuni comportamenti possono generare. Particolare importanza avrà l’aspetto della prevenzione e della promozione di atteggiamenti basati sul rispetto e sulle pari opportunità. 

Educare alle relazioni, il piano con lo scopo di contrastare la violenza sulle donne

Secondo questo progetto, finanziato con 15 milioni di euro dei fondi PON, i  docenti avranno ruolo di moderatore e i gruppi di discussione potranno essere gestiti da esperti. Ogni scuola dovrà indicare un docente referente e uno moderatore che verrà formato adeguatamente secondo un programma disposto d’intesa con l’ordine degli psicologi.

Questa azione verrà accompagnata dall’Ordine degli Psicologi a cui chiederemo un monitoraggio dei risultati conseguiti. La scuola, alla fine del progetto, sarà infatti tenuta a consegnare una relazione per individuare le buone pratiche. La collaborazione con l’ordine degli psicologi darà vita a un protocollo perché è intenzione del Mim realizzare presidi psicologici territoriali al servizio delle scuole. Sarà invece Indire a gestire il percorso garantendo la formazione e coinvolgendo eventualmente altri organismi scientifici.

Si partirà in questo modo:

– ogni scuola indicherà un docente referente;
– verranno costituiti i focus group aventi come unità funzionale di riferimento la classe. Si opererà su ogni singola classe individuata dal dirigente scolastico di ciascuna scuola aderente, previo il consenso da parte dei genitori e degli studenti coinvolti;
– verrà individuato per ciascuna classe un docente moderatore;
– si passerà quindi allo svolgimento dell’attività di formazione da parte del docente moderatore secondo un programma predisposto dal Mim e con il supporto di organismi scientifici e professionali.  

Prevista anche la collaborazione del Fonags (Forum nazionale delle organizzazioni dei genitori nella scuola) che avrà il compito di raccordare le modalità di attuazione dei percorsi curricolari concernenti l’educazione alle relazioni con le esigenze e le osservazioni migliorative delle rappresentanze dei genitori.

Contrasto alla violenza sulle donne, il protocollo

“Fin da subito eravamo consapevoli che una legge è uno strumento fondamentale che però non risolve tutto – ha detto la ministra Roccella – e che c’è bisogno di un cambiamento culturale, di collaborazione e di condivisione. Il protocollo che stiamo firmando ha degli obiettivi molto precisi. Serve per diffondere il valore del rispetto reciproco a partire dalla differenza e dalle relazioni tra i sessi. Vogliamo far acquisire agli studenti e alle studentesse gli strumenti per riconoscere discriminazione e violenza. Vogliamo far conoscere gli strumenti a disposizione delle donne per riconoscere questa la violenza e combatterla. Vogliamo coinvolgere gli uomini che devono essere i protagonisti del cambiamento. Abbiamo avuto l’idea di stimolare i ragazzi nella produzione di video contro la violenza e con il ministro Sangiuliano abbiamo pensato di selezionarli per portare i migliori anche al Festival del Cinema di Venezia”.

Sono stato subito entusiasta di aderire – ha detto Sangiuliano -. Ritengo che la cultura sia determinante per far emergere il rispetto. Il rispetto della libertà femminile deve diventare valore assoluto nella nostra società. Ho aderito all’idea di far sì che i migliori prodotti video degli studenti sul tema della violenza contro le donne possano accedere al Festival di Venezia. Uno spazio del Festival sarà quindi dedicato a questo tema. Nella definizione dei criteri con cui si accede ai finanziamenti pubblici per il cinema abbiamo concepito un meccanismo che attribuisce un punteggio superiore ai film che si occupano di questi temi e potrà accedere con più facilità ai finanziamenti sul cinema”. 

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