DIARIO. Per Giulia un minuto per non dimenticare
Ci sono eventi che segnano una svolta nella storia e nella cultura delle nazioni perché colpiscono ed emozionano l’immaginario collettivo di un popolo. Come l’assassinio di Aldo Moro e quello del giudice Falcone. Eventi luttuosi che hanno aperto intere stagioni politiche come quella dell’unità nazionale contro il terrorismo e quella di una lotta senza quartiere contro la mafia. Anche la morte assurda della giovane Giulia Cecchettin alla vigilia della sua laurea, ennesima storia di femminicidio, ha suscitato un’immensa onda di commozione, certamente più forte che in tante altre analoghe occasioni. Ed è plausibile che dia luogo a una svolta politico-culturale sul come affrontare questo problema, un cui segnale potrebbe essere la collaborazione del capo del governo Meloni e di quello dell’opposizione Schlein – due donne – nella definizione di una strategia condivisa.
In questo quadro il minuto di silenzio che tutte le scuole italiane sono chiamate ad osservare nella giornata di martedì 21 novembre in memoria e in onore di Giulia, opportunamente deciso dal ministro Valditara, va accolto come un tassello di questa strategia perché capace di incidere sulla sensibilità e sulla memoria di un’intera generazione di studenti assai più che una astratta lezione ex cathedra sulla parità di genere. Un minuto per non dimenticare.
Anche l’ipotesi circolante di incontri extracurricolari (si dice 30 nell’anno scolastico) degli studenti con esperti e psicologi, e quella di istituire nella scuole appositi servizi di assistenza psicologica per studenti (e docenti, auspicabilmente) va in questa direzione. La strada giusta non è certo quella di assegnare anche questo compito alla già sovraccarica ora di educazione civica…
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For Giulia, a minute not to forget
There are events that mark a turning point in the history and culture of nations because they strike and excite the collective imagination of a people. Like the assassination of Aldo Moro and that of judge Falcone. Mourning events that opened entire political seasons such as that of national unity against terrorism and that of an all-out fight against the mafia. Even the absurd death of the young Giulia Cecchettin on the eve of her graduation, yet another story of feminicide, sparked an immense wave of emotion, certainly stronger than on many other similar occasions. And it is plausible that it will give rise to a political-cultural turning point on how to tackle this problem, a signal of which could be the collaboration of the head of government Meloni and that of the opposition Schlein – two women – in defining a shared strategy.
In this context, the minute of silence that all Italian schools are called to observe on Tuesday 21 November in memory and honor of Giulia, appropriately decided by Minister Valditara, should be welcomed as a piece of this strategy because it is capable of influencing sensitivity and hitting the memory of an entire generation of students, much more than an abstract ex cathedra lesson on gender equality. A minute not to forget.
Even the circulating hypothesis of extracurricular meetings (it is said to be 30 in the school year) of students with experts and psychologists, and that of establishing special psychological assistance services for students (and teachers, hopefully) in schools goes in this direction. The right path is certainly not to assign this task to the already overloaded civic education lesson…
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