Dura critica della Cgil per la direttiva di riforma dei CSA

Sulla direttiva esprimiamo un giudizio nettamente negativo“: parole come pietre quelle usate dal sindacato Flc Cgil per valutare la recente direttiva del ministro Fioroni con la quale è stata disposta la modifica non solo nominale dei CSA (ex-provveditorati agli studi).
Nel giudizio negativo, che segna anche la fine della luna di miele con il ministro, vi sono ragioni di metodo (nella direttiva si parla di “sentite le organizzazioni sindacali“, senza che ciò sia avvenuto, afferma la Flc) e, soprattutto, ragioni di merito.
Per queste ultime si parla di scelte incoerenti con i provvedimenti già assunti dal ministro e di ritorno ad un modello centralistico lesivo dell’autonomia scolastica.
Le scuole, invece dei previsti supporti amministrativi e organizzativo-didattici che avrebbero dovuto favorirne l’autonomia, sono state caricate, negli anni scorsi, di nuove incombenze connesse al decentramento.
La direttiva, secondo il sindacato di Panini, anziché alleggerire i carichi impropri delle scuole autonome, ne prospetta altri a causa di questa riforma dei CSA che diventano Uffici scolastici provinciali, riprendendosi la titolarità che non esisteva più.
Le nuove competenze assegnate a questi “nuovi” Uffici, continua il sindacato, confliggono inoltre con quelle previste a carico di altri livelli istituzionali con inevitabili sovrapposizioni, conflitti, duplicazioni.
Perché, si chiede infine la Flcgil, non attendere l’emanazione del nuovo regolamento del MPI (dovuto allo scorporo del MIUR) per un esame organico dell’intera rete scolastica, ripensata a partire dalle esigenze delle scuole autonome?
Ricordiamo che la direttiva in questione deve essere ancora registrata dalla Corte dei Conti.