Dubbi di costituzionalità sul disegno di riforma/2

La seconda eccezione di costituzionalità sollevata (e respinta) al Senato ha riguardato la mancanza di copertura finanziaria, richiesta per tutte le leggi della Repubblica (art. 81 della Costituzione).
Qui va ricordato prima di tutto che neanche la legge 30/2000 sulla riforma berlingueriana dei cicli, come si può evincere dalla tavola sinottica (Deleghe e aspetti finanziari a confronto) predisposta da Tuttoscuola, aveva previsto un’immediata copertura, ma un semplice rinvio a provvedimenti finanziari successivi. La legge 30/2000 venne comunque promulgata dal presidente della Repubblica. Nemmeno la prima finanziaria utile (legge n. 388/2000) indicò alcun intervento finanziario per l’attuazione della legge, che si preparò ad iniziare il suo cammino senza lo specifico sostegno di misure finanziarie, prima di essere bloccata dal Governo Berlusconi.
Dato a Cesare quel che è di Cesare, approfondiamo la questione della copertura finanziaria: è un pretesto o una reale necessità?
L’art. 1 comma terzo del disegno di legge Moratti prevede un piano programmatico di interventi di spesa la cui attuazione è affidata ai finanziamenti da iscrivere annualmente nella legge finanziaria. Il comma 7 dell’art. 7 prevede che qualora i decreti legislativi attuativi comportino oneri di spesa aggiuntivi, essi potranno trovare attuazione solo nei limiti dei finanziamenti contenuti nella Finanziaria.
Soffermiamoci sul contenuto del testo che, vorremmo sbagliarci, subordina la concreta attuazione del riconoscimento di un diritto soggettivo (l’istruzione) al limite delle risorse allo scopo stanziate con provvedimento successivo.
La commissione Bilancio sull’emendamento n. 7.100 ha espresso il parere che “i vari tipi di intervento presentano sufficienti margini di flessibilità e gradualità… e sono pertanto realizzabili nel limite delle risorse destinate allo scopo”. Ciò significa che l’emanazione dei decreti legislativi resta subordinata alla definizione del quadro finanziario e che la previsione finanziaria non assicura pertanto uguali diritti a tutti coloro che si trovano nelle medesime posizioni.
Speriamo che almeno su questo punto, in cui sono in gioco i diritti civili, il dibattito in aula possa portare al superamento della nuova filosofia dei tetti di spesa, tanto cara al ministro Tremonti.