Dopo Parini: la scuola perdona troppo?

Scuole allagate, devastate da vandali su commissione, riempite di vermi. L’effetto imitativo del dopo Parini serpeggia nelle scuole della penisola. Ma è una escalation che va fermata e che nasce, secondo Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi, dal “perdonismo diffuso” che chiama in causa spesso molti genitori che “devono imparare a rispettare il loro ruolo, l’alterità rispetto ai figli”. Però “questa tendenza – precisa Rembado in un’intervista ad un quotidiano nazionale – si registra anche all’interno della scuola. Buonismo, perdonismo, eccesso di comprensione”.
Nelle scuole italiane non vi è quel tasso elevato di violenza che invece si registra da tempo nelle scuole degli Stati Uniti. Ma i segnali non vanno sottovalutati, prosegue Rembado, ed occorre frenare il fenomeno sul nascere.
“I responsabili di simili azioni di vandalismo vanno perseguiti con le sanzioni disciplinari previste a scuola ma non solo. Dovrebbero essere obbligati anche a risarcire i danni”, compreso quello, socialmente rilevante, di interruzione di pubblico servizio.
Insomma, l’effetto Parini, non è più una questione interna dell’istituto milanese. Da una parte, infatti sta contagiando in più di un istituto italiano il “branco” in cerca di effetti sensazionali, di autoesaltazione interna al gruppo alla ricerca anche della sfida per l’impunità sicura; dall’altra sollecita interventi esemplari di deterrenza per bloccare l’effetto imitativo perverso.
L’occasione del Parini va però sfruttata anche per una profonda riflessione sulla situazione giovanile attuale e sul rapporto generazionale, per avviare, insieme ad una necessaria repressione dei comportamenti negativi, un’azione preventiva che si fondi su una riscoperta ed una effettiva educazione ai valori.