Dopo le elezioni/1. Un quadro politico confuso

L’ombra dell’esito delle elezioni regionali, pesantemente negativo per il Governo, si allunga sulla politica scolastica. In caso di elezioni anticipate a ottobre sarebbe a rischio il completamento della riforma Moratti, perché difficilmente per quella data potrebbero essere approvati in via definitiva due tra i più importanti decreti legislativi attuativi della legge n. 53/2003: quello sulla formazione universitaria degli insegnanti, e soprattutto quello sul secondo ciclo.
L’altro scenario possibile è quello di un eventuale rimpasto del governo (o un Berlusconi bis di fine legislatura), in alternativa alle elezioni anticipate, che porterebbe alla sostituzione di alcuni ministri. Ma sembra improbabile che l’operazione possa riguardare il ministro Moratti, che disporrebbe quindi dei tempi tecnici per completare la sua opera in questa legislatura, almeno per quanto riguarda l’esercizio della delega con l’approvazione di tutti i decreti legislativi.
I tempi tecnici però non sempre procedono in sintonia con quelli politici: sull’ipotesi di secondo ciclo formulata dal Ministero, in particolare, grava una pesante riserva dell’UDC, che contesta la licealizzazione dell’istruzione tecnica e la sostanziale marginalizzazione del “sistema di istruzione e formazione”, giungendo a minacciare di fare mancare il voto dei suoi ministri allo schema di decreto legislativo. Il Ministero per la verità ha effettuato alcune correzioni di tiro, rispetto alle ipotesi iniziali, in direzione del recupero della valenza tecnica degli ipotizzati licei tecnologici ed economici, ma queste correzioni sembrano non soddisfare le richieste dell’UDC, perché a giudizio di questo partito esse restano all’interno di una logica che riafferma l’egemonia del modello di liceo di ascendenza gentiliana.