Dopo le elezioni. Non ci siamo fatti capire…

Evidentemente non ci siamo fatti capire abbastanza bene dagli elettori“, è stata la riflessione offerta dal sottosegretario al Miur Valentina Aprea al pubblico di insegnanti, presidi e ispettori convenuto la scorsa settimana nella sede nazionale della Confagricoltura per assistere alla presentazione dei risultati del progetto “Tagete”: un progetto “EQUAL” realizzato dalla SVECO (“Sviluppo&Competenze”), agenzia di ricerca, consulenza e progettazione formativa guidata da Giuseppe Martinez, già direttore generale del ministero dell’istruzione (informazioni in www.sviluppoecompetenze.it).
L’on. Aprea, in linea con la posizione assunta a caldo dal presidente Berlusconi, ha posto all’origine dell’insuccesso registrato dalla coalizione di governo soprattutto un difetto di comunicazione, e non (come ritengono esponenti di AN e dell’UDC) errori nella conduzione della politica scolastica. Nessun accenno al fatto che il progetto non ha creato le condizioni per il coinvolgimento degli studenti, dei docenti, dei genitori e delle altre istituzioni e organizzazioni sociali, e per la condivisione delle motivazioni che sollecitano il cambiamento.
Poi, entrando nel merito dell’attuazione della riforma, ha denunciato le spinte conservatrici che hanno reso difficile il varo del sistema di istruzione e formazione, e favorito la rincorsa alla licealizzazione dell’istruzione tecnica e professionale: “siamo ancora maledettamente gentiliani“, ha detto il sottosegretario, quasi prendesse le distanze dalle proposte formulate dallo stesso Ministero.
Però si è spesa in favore dei poli tecnologici, cioè della compresenza nelle stesse sedi di percorsi liceali e professionali, che sembra essere diventata la chiave di volta della proposta ministeriale, per tentare di conciliare l’impianto duale della riforma con l’affermata pari dignità di tutti i percorsi del secondo ciclo. Ma con quelli liceali in posizione dominante…