Docenti magistrali ex-Gae: un salvataggio che riapre la polemica politica
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In campagna elettorale tutti i partiti si erano dichiarati pronti a risolvere l’intricata matassa dei diplomati magistrali cancellati dalle GAE per effetto della nota sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso, dando una risposta positiva ai 50 mila maestri interessati e alle migliaia di contro interessati, laureati in scienze della formazione primaria: obiettivo apparentemente chiaro, ma soluzione da quadratura del cerchio.
Il decreto legge “dignità” (in bozza e non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale) affronta la questione alla lontana, prendendosi quattro mesi di tempo per una soluzione organica, forse per evitare che nella fretta per l’imminenza del nuovo anno scolastico esca un dispositivo normativo inadeguato e sperequato.
In sostanza sono prorogati di 120 giorni gli effetti della sentenza del Consiglio di Stato che prevede il licenziamento degli insegnanti magistrali, “in modo tale da trovare una soluzione per quegli insegnanti che– ha detto il vice-premier Luigi Di Maio – ci stanno a cuore e che abbiamo incontrato in giro per l’Italia durante la campagna elettorale”.
La decisione di rinviare la soluzione “a bocce ferme” ha già provocato le prime reazioni politiche da parte dell’opposizione che ha criticato il Governo per avere deciso di non decidere.
La replica a quelle critiche ovviamente non si è fatta attendere e il senatore Mario Pittoni (responsabile scuola della Lega), neo presidente della Commissione Istruzione del Senato, ha così replicato: “Sull’emergenza dei docenti precari Simona Malpezzi, responsabile scuola del Pd, mostra di non avere il senso del ridicolo. Nei sei mesi in cui il Governo Gentiloni e il Pd potevano produrre atti utili per venire incontro agli insegnanti, non hanno fatto nulla. Ora che in seguito alla loro inerzia siamo fuori tempo massimo rispetto all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019, il ministero dell’Istruzione viene attaccato sul differimento dell’applicazione delle sentenze – unica azione praticabile per non mettere a rischio l’inizio delle lezioni – affermando che così si lascerebbe “nell’incertezza migliaia di lavoratori”.
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