Il divieto del velo a scuola e di altri simboli religiosi, votato dal Parlamento francese a grande maggioranza, registra il duro dissenso del pontefice che, in un incontro con i vescovi francesi ha affermato che la presenza visibile e pubblica delle confessioni religiose “non minaccia il principio della laicità e neppure le prerogative dello Stato”.
Non ha avuto peli sulla lingua Giovanni Paolo II e ha decisamente criticato la legge lesiva, a suo dire, della libertà personale: “Cercare di cancellare dal campo sociale questa dimensione importante della vita delle persone e dei popoli, come i segni che la manifestano, sarebbe contrario alla vera libertà”.
Il papa ha sostenuto il valore formativo della presenza pubblica dei simboli religiosi tra i giovani perché consente di “poter leggere con simpatia i simboli religiosi e porta ad un riconoscimento rispettoso dell’altro e delle sue credenze religiose, a un dialogo positivo, a un superamento dei comunitarismi e a una migliore intesa sociale”.
Nella misura in cui l’ostentazione di simboli religiosi non minaccia la sicurezza dello Stato, le persone (e anche i giovani a scuola) hanno il diritto di essere rispettati nelle proprie convinzioni senza relegare queste espressioni esterne della propria religione solamente nella sfera del privato.
Quando tre anni fa la questione del velo islamico a scuola fu fugacemente al centro del dibattito in Italia, destò quasi scandalo (soprattutto in ambienti cattolici) il fatto che il ministro pro tempore dell’istruzione, Tullio De Mauro, si pronunciasse a favore del suo mantenimento.
Sarà interessante ora vedere come le parole del papa saranno accolte negli ambienti cattolici.
L’agenzia Ansa ha riportato nei giorni scorsi una rassegna delle situazioni dei vari Paesi in ordine al problema del velo.
Registrati a tuttoscuola
Benvenuto su Tuttoscuola.com!
Registrati a tuttoscuola
Grazie per esserti registrato
controlla il tuo indirizzo di posta per attivare il tuo abbonamento