Dispersione scolastica: in Italia ancora troppi giovani abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione
Per i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni l’Europa ha fissato il tasso di abbandono al 10%. I giovani italiani nel 2009 avevano fatto registrare un tasso di abbandono del 19,1%, lontano di oltre 9 punti in percentuale dall’obiettivo finale e superiore di 5 punti alla media dei Paesi UE (14%). Il tasso di abbandono negli anni successivi era andato gradualmente diminuendo fino ad arrivare nel 2018 al 14%.
Nel 2019 è stato registrato un altro piccolo passo avanti: 13,5%, cioè 5,6 punti in percentuale in meno rispetto al 2009, ma ancora sopra la media UE scesa al 10,2%.
Nonostante questo miglioramento, l’Italia si è collocata al 23° posto, seguita soltanto da Bulgaria, Romania, Malta e Spagna (ultima).
Gli altri 22 Stati non solo hanno fatto meglio, ma addirittura ben 19 hanno già raggiunto il tasso di abbandono del 10%, come, ad esempio, tra gli altri, la Croazia, la Lituania, la Grecia e la Slovenia.
Davanti all’Italia la Grecia è al 4,1%, la Francia all’8,2% e la Germania al 10,3%; la Spagna è dietro con il 17,3%.
A integrazione di questo indicatore viene anche riportata la distinzione della percentuale di abbandono tra nativi e stranieri.
Nel 2009, rispetto alla media complessiva del 19,1%, i nativi italiani avevano registrato un tasso del 16,6% e gli stranieri del 42,1%, mentre la media dei Paesi UE (complessivamente pari al 14%) aveva registrato per i nativi il 12,6% e per gli stranieri il 29,3%.
Considerata la graduale diminuzione del tasso di abbandono, nel 2019 sia per i nativi che per gli stranieri il tasso si è ridotto: 11,3% per i primi e 32,3% per i secondi.
Nel contempo la media UE ha registrato un tasso per i nativi dell’8,9% (obiettivo finale raggiunto) e del 22,2% per gli stranieri: tutto meglio dei nostri giovani.
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