Disal sul DL P.A.: parole, parole, parole…?
Nel dibattito in corso relativo alla conversione del decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione interviene con un polemico comunicato stampa l’associazione DiSAL (Dirigenti Scuoe Autonome e Libere).
Sugli emendamenti al decreto che riguardano il blocco delle proroghe di contratto dei dirigenti delle scuole statali e lo sblocco della quota 96 relativa al personale della scuola, si legge nel comunicato, “i media hanno diffuso l’interpretazione positiva che di tali proposte ha dato l’ambiente governativo, sostenendo che il blocco delle proroghe ai dirigenti scolastici che hanno raggiunto gli anni di servizio e di età faciliterebbe il rinnovo con l’ingresso di nuovi presidi e che lo sblocco della quota 96, oltre a rimediare ad una forzatura creata dalla riforma Fornero, permetterebbe l’ingresso nelle scuole di nuovo personale docente“.
Si è fatto così credere che ai pensionamenti nella scuola di stato corrispondano “automaticamente” nuove nomine in ruolo. “Notizia tendenziosa e che non corrisponde ai fatti“, secondo DiSAL, perchè al contrario “gli emendamenti in discussione creerebbero un doppio danno”.
Sarebbero danneggiati in primo luogo “i molti presidi a fine carriera, la cui esperienza professionale non verrebbe più utilizzata per il buon funzionamento delle scuole“, ma soprattutto “il sistema scolastico perché, come succede ormai da più di 5 anni, avverrebbe un ulteriore incremento del numero delle reggenze di molti istituti della penisola, che resteranno così senza un dirigente titolare. I posti a dirigente scolastico già oggi privi di titolare in Italia sono circa 1000: a queste si aggiungerebbero le 180 scuole dei presidi in attesa di proroga. Complessivamente quasi 1200 istituti scolastici su 8.038 si troveranno così dal prossimo 1 settembre privi di guida autonoma (senza contare i 475 istituti sottodimensionati che, per legge, non possono avere un preside titolare)“.
Infatti l’uscita dal servizio dei dirigenti scolastici anziani “non viene assolutamente, nè immediatamente bilanciata dall’ingresso di nuove leve, perché nessuna nuova assunzione è stata autorizzata dal Tesoro. Infatti dal 2011 il MEF non ha cambiato il numero di nuove assunzioni di dirigenti scolastici, oltre quelli previsti dall’ultimo concorso nazionale. Neanche potrebbe risolvere il problema l’indizione di un nuovo concorso per la copertura dei posti vacanti, tenuto conto che la sua conclusione ottimisticamente potrebbe veder insediati nuovi presidi non prima dell’1 settembre 2016! Oltre i danni, dunque, anche la beffa“
Se si aggiune che il nuovo pensionamento consentito ai docenti “non verrà coperto neppure questo da nuove nomine in ruolo, c’è da dubitare sariamente dell’intererse reale per la scuola“.
E dunque, conclude ironicamente la nota, “E’ questa la centralità della scuola del premier Renzi e del suo Governo? Risuona profetico il ritornello della celebre ed antica canzone di Mina: ‘Parole, parole, parole…’ ?“
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