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Disabili, Italia arretrata nell’inserimento scolastico e lavorativo

A sostenerlo è una ricerca di Censis e Fondazione Cesare Serono

L’Italia ignora i bisogni dei disabili: il nostro paese spende poco per la protezione sociale, è indietro sull’inserimento lavorativo e destina risorse “inadeguate” per l’inclusione scolastica. Ogni anno dalle casse pubbliche escono 438 euro pro capite (cioè 438 euro per ciascun residente) per la protezione sociale dei disabili, contro la media dei paesi Ue di 531 euro. E la maggior parte delle misure erogate è sotto forma di prestazioni economiche, non di beni e servizi. In quest’ultimo caso la spesa pro capite non raggiunge i 23 euro, contro la media Ue di 125 euro. È quanto emerge dalla ricerca “I bisogni ignorati delle persone con disabilita”’ di Censis e Fondazione Cesare Serono, che descrive un’Italia alle prese con “un modello assistenzialistico”, che “scarica le responsabilità sulle famiglie”.

Per la protezione sociale dei disabili la Francia spende 547 euro pro capite l’anno, la Germania 703 e il Regno Unito 754; solo la Spagna, con 395 euro, si colloca più in basso dell’Italia, ma non nel caso dei servizi. In Spagna si investono in servizi 55 euro pro capite. Il record lo raggiunge la Germania con 251 euro, seguono Francia (171) e Regno Unito (117). Nel 2010 l’Inps ha erogato circa 4,6 milioni di prestazioni pensionistiche a favore di persone che hanno una limitata o nessuna capacità lavorativa, per una spesa complessiva di circa 26 miliardi di euro.

Entrando nello specifico dell’istruzione, sebbene in Italia il livello di inclusione scolastica degli studenti disabili sia un’eccellenza (raggiunge il 100% superando il 78,1% di Spagna, il 60,4% di Francia, il 16% di Germania e il 93,8% del Regno Unito), le risorse dedicate alle attività di sostegno e di integrazione di questi alunni “appaiono spesso inadeguate”: nell’anno scolastico 2010-2011 circa il 10% delle famiglie ha presentato un ricorso al Tribunale civile o al Tar per un aumento delle ore di sostegno.

Il nostro paese risulta indietro anche nell’inserimento lavorativo: meno di una persona Down su 3 (31,4%) lavora dopo i 24 anni e il dato scende al 10% tra gli autistici con più di 20 anni. Meno della metà delle persone con sclerosi multipla tra i 45 e i 54 anni (49,5%) è occupata, a fronte del 12,9% di disoccupati e del 23,5% di pensionati. In generale, in Francia è occupato il 36% dei 45-64enni disabili, in Italia il tasso si ferma al 18,4% tra i 15-44enni e al 17% tra i 45-64enni.

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