Diritto-dovere e alternanza/2: le critiche dell’Anci

Come avvenuto spesso negli ultimi anni, la prima associazione a prendere netta posizione è stata l’associazione dei comuni (Anci). “Forte della sicura approvazione in Parlamento dei due decreti per effetto dell’ampia maggioranza numerica, la sottosegretaria Aprea non ha voluto riaprire la discussione chiesta da Anci, Upi e Uncem sugli aspetti finanziari, nonostante il già espresso parere negativo delle Regioni, che non hanno rilevato le condizioni per l’intesa e il preannunciato parere negativo di Province e Comuni“.
Eppure, continua l’Anci, la riapertura del tavolo sul piano finanziario era condizione indispensabile in quanto, senza chiarezza sulle risorse, “i provvedimenti del MIUR sono evanescenti“, oppure possono solo produrre maggiori disagi.
Il comunicato Anci del 15 ottobre richiamando la questione dell’estensione dell’obbligo (ora diritto-dovere) è tranciante: “… delle due l’una: o i nuovi studenti non troveranno nella scuola le provvidenze di cui usufruiscono gli altri, mense, trasporti, libri, aule, arredamenti, materiale didattico, assistenza ai disabili, o tutti avranno meno provvidenze, cioè meno diritto allo studio, perché il MIUR considera allargamento della spesa pubblica solo i nuovi oneri dello Stato, mentre i nuovi oneri degli enti locali non costituiscono un problema neppure degno di discussione“.