Dirigenti scolastici/3. Chi valuta che cosa

Quando il sistema di valutazione opererà in via ordinamentale, i teams avranno presumibilmente due diversi compiti.
Uno più “leggero”, con cadenza annuale, legato all’assegnazione della cosiddetta “retribuzione di risultato”: esaminare e validare, per tutti i DS assegnati, la documentazione costituita dalla autovalutazione dei valutandi e da tutti i dati oggettivi, o comunque riscontrabili, relativi al funzionamento delle rispettive scuole, raccolti dall’ufficio di supporto operante presso ciascuna Direzione regionale. L’accento cade, in questo caso, su obiettivi e indicatori relativi a risultati perseguibili su scala annuale.
Il secondo compito è certamente più impegnativo, perché comporta un’interazione diretta e significativa tra valutatori e valutati, ma sarà distribuito normalmente nell’arco dei tre anni corrispondenti alla durata dell’incarico del DS da valutare. In questo caso l’accento cade non solo sui risultati ottenuti, che comunque non possono essere ignorati, ma anche e soprattutto sulle prestazioni, sul comportamento professionale, sulle competenze possedute e dimostrate da ciascuno di essi. Anche questi temi saranno approfonditi nel seminario misto di luglio.
Certo, potrà succedere che alcuni DS saranno coinvolti in questo secondo, più complesso livello di valutazione nel primo dei loro tre anni di incarico, altri nel secondo, altri nel terzo, e che questi ultimi avranno forse più elementi di valutazione da offrire al team. Ma è anche vero che i comportamenti professionali e le competenze di un DS (intese come insieme di conoscenze, competenze operative, capacità) ben difficilmente possono subire sostanziali cambiamenti nell’arco di un triennio.