Dirigenti scolastici: un intervento di Francesco Scrima (Cisl scuola)

Sulla problematica del reclutamento dei dirigenti scolastici, che ha registrato finora numerosi contributi, a partire dalla lettera di Paola Battistella sugli aspiranti presidi, riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questo intervento, inviato a Tuttoscuola.com dal segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. Invitiamo gli altri lettori interessati a dare i loro contributi sul tema, scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

Egregio dottor Vinciguerra,

avendo  seguito con attenzione e interesse gli articoli ospitati  nella rubrica botta&risposta di TUTTOSCUOLA.com  riferiti alle vicende del reclutamento dei dirigenti scolastici e al vivace e controverso  dibattito suscitato dall’ordine del giorno approvato dal Consiglio Provinciale di Vicenza, intendo intervenire sul tema non per sostenere le posizioni degli uni o degli altri, ma per alcune precisazioni e chiarimenti,  che potrebbero risultare utili ad eventuali ulteriori contributi.

 A prescindere dalle argomentazioni avanzate nei contributi finora pubblicati, si coglie spesso la tendenza ad addebitare al Sindacato  la responsabilità di atti e scelte che appartengono invece ad altri attori. Così, riferendosi a “master” di preparazione al prossimo concorso, una lettrice arriva ad asserire che questi sono organizzati e gestiti dal Sindacato quando è noto che l’organizzazione e la gestione dei master, riconosciuti quali titoli valutabili, è di esclusiva competenza delle Università. Per un verso o per l’altro il Sindacato viene comunque chiamato in causa.

L’impianto argomentativo presente in ciascun intervento risulta inevitabilmente condizionato dalle visioni, dalle esperienze personali, dalla posizione e dalle comprensibili attese dei diversi interlocutori. Tutto legittimo e rispettabile a patto che venga rispettata la verità fattuale degli atti che vengono citati e discussi. E andiamo allora ai “fatti”giuridici ed amministrativi che sono all’origine del vivace dibattito che questa rubrica sta documentando. I provvedimenti, sui quali si può essere d’accordo o in disaccordo, derivano dalle sospensioni cautelari disposte dai TAR, in accoglimento dei ricorsi di candidati che si ritenevano lesi nei propri legittimi interessi.

I Tribunali Amministrativi Regionali sono istituzionalmente preposti proprio a garantire i cittadini da atti delle Pubbliche Amministrazioni  ritenuti illegittimi. Accusare quindi di “opportunismo” chi vi fa ricorso è francamente una forzatura e appare perciò ingiusto qualificare come “furbi” i candidati che hanno utilizzato quella “ammissione con riserva” che i TAR avevano consentito.

Il reclutamento del personale, compresi i dirigenti scolastici, rientra  tra le competenze legislative esclusive dello Stato, anche se la relativa gestione avviene a livello regionale. L’Ordinamento ha assunto esplicitamente il principio dell’ unicità della funzione, e quindi va preso atto ed accettato serenamente  che questa funzione possa efficacemente svolgersi sull’intero territorio nazionale, senza sbarramenti o preclusioni che sarebbero culturalmente e costituzionalmente inaccettabili.

Ma torniamo agli attori che hanno messo le mani (e a volte i piedi) sul groviglio di problemi e interessi che la materia concorsuale produceva. Dopo i TAR entra in campo la Politica, nelle sue espressioni governative e parlamentari, sempre sollecite, soprattutto in momenti pre-elettorali, a patrocinare interessi di parti e di lobby. Noi di tutto ciò non siamo stati parte.

Lo diciamo allora con molta chiarezza: le elucubrazioni legislative  su “pleno iure”, “diecipercentisti”, “sanati” e “ripescati” contenute nelle varie leggi (se ne contemplano almeno 6) di modifica delle procedure di espletamento  dei concorsi per dirigenti scolastici del 2002, 2004 e 2006 e delle modalità di nomina dei vincitori e degli idonei, non ci hanno mai del tutto convinto e alcune di queste ci hanno fortemente indignato. Lo testimoniano le numerose dichiarazioni e comunicati stampa rilasciati sull’argomento, che più di una volta hanno trovato spazio nella Rivista da Lei diretta (chi volesse seriamente documentarsi può vedere anche, sul nostro sito, la nota a firma di Mario Guglietti).

Un’ultima considerazione. Nel confronto con l’Amministrazione non abbiamo mai omesso di contestare duramente la mancata indizione dei bandi di concorso alle scadenze previste dalla Legge (prima biennali, poi triennali).

Questa grave omissione ha comportato il massiccio ricorso  ai presidi incaricati o alle reggenze per garantire il governo delle istituzioni scolastiche e il loro regolare funzionamento. Nel 2006 oltre 4000 istituzioni scolastiche risultavano  prive di titolari e si poneva, quindi, un obiettivo problema  di “stabilizzare” la dirigenza scolastica.

Non vogliamo fornire alibi assolutori all’Amministrazione, al Governo  e al Parlamento ma va detto che la copertura dei posti vacanti rientrava tra gli obiettivi di interesse pubblico che il Sindacato condivideva e rivendicava, pur non avendo titolo a definirne gli strumenti, essendo costituzionalmente rimessi alla volontà sovrana del Parlamento.

Egregio Direttore, proprio perché la Sua Rivista è apprezzata, tra l’altro, per l’equilibrio e la ponderatezza delle posizioni che assume, voglio sperare che questo contributo venga ritenuto  “significativo”, se non altro per il proposito  in esso veicolato di alimentare una discussione pacata, serena, documentata e responsabile.

Con la cordialità di sempre

Francesco Scrima