Dirigenti scolastici siciliani, tra decreti e controdecreti…

Si vanno chiarendo i contorni del decreto che corregge un precedente decreto legge appena approvato, e che contiene la cancellazione della sanatoria prevista in particolare per i presidi siciliani, entrata in vigore il 25 novembre all’interno della legge di conversione del decreto legge salva-precari.

Emanando un decreto legge contenente la decisione di abrogare “una norma in materia di concorsi per dirigenti scolastici, introdotta in sede di conversione, al fine di conformare il dettato normativo a pronunce della magistratura amministrativa successivamente intervenute“, il Consiglio dei ministri ha freddato la gioia dei dirigenti scolastici siciliani che vedevano regolarizzata la loro posizione relativa a un contestato corso-concorso del 2004. Il provvedimento rende anche nulli tutti gli effetti della norma appena entrata in vigore. La disposizione era stata introdotta nel corso dell’iter parlamentare del salva-precari su iniziativa di un gruppo di parlamentari siciliani per dare una risposta a una storia che si è trascinata per oltre 5 anni.

Il corso-concorso per 300 posti di dirigente scolastico è stato dichiarato nullo dal Consiglio di giustizia amministrativa siciliano lo scorso 10 novembre. Per evitare un ulteriore passaggio parlamentare del decreto salva-precari la norma non era stata subito cancellata dal provvedimento. Ora il nuovo decreto legge elimina la norma, ma non le polemiche.

Da un lato, infatti, ci sarà da tutelare la situazione dei diritti acquisiti da parte di chi era già entrato in servizio. Dall’altro lato, si registrano posizioni sindacali molto nette e contrastanti, dettate anche dai bacini di utenza delle organizzazioni di rappresentanza. L’altro ieri la Gilda degli Insegnanti aveva espresso “soddisfazione per l’impegno assunto formalmente dal ministro della Pubblica istruzione di abrogare la parte del decreto salva-precari relativo al concorso per dirigenti scolastici in Sicilia“, mentre oggi sul sito dell’Anp (Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola) si legge un comunicato molto duro sulle responsabilità della politica: “Arrivati a questo punto, quel che non si può accettare è che le conseguenze di una serie di superficialità, errori e pasticci amministrativi ricadano su centinaia di dirigenti, che comunque da tre anni hanno svolto il proprio lavoro e che non possono oggi ricevere uno sbrigativo benservito, come se fossero gli unici a dover pagare, e per colpe non loro. L’Anp ribadisce con forza il sostegno ai diritti di coloro che sono le vere vittime di questa vicenda ed il suo impegno per trovare al più presto in tutte le sedi utili – nessuna esclusa – una soluzione conforme alla giustizia sostanziale e non solo al diritto“.