Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Dirigenti Cisl: Niente ghetti ma almeno qualche regola

I presidi intervengano per i troppi stanieri presenti nelle classi. E’ quanto invitava a fare il Corsera qualche giorno fa.

Ma i presidi si ribellano. “Di fronte a questo fenomeno, infatti, non c’è altro che il prendere atto che esiste e dichiarare la propria impotenza. Poi si comincerà a fare qualcosa, comunque a rischio: basta guardare le esperienze tragiche in altri Stati, dagli USA alla Francia, passando magari per l’Australia (il problema riguarda anche i “nativi”, che altro non sono che una variazione del tema extracomunitario). Il dato esiste: assistiamo ad una carica spaventosa di gente che abbandona i luoghi d’origine e viene da noi, da noi “Occidente”.

Eldorado, angoscia ansie e aspettative. Di tutto questo si prende carico la situazione attuale di una scuola per certi versi impreparata all’evento. Eppure Beppe Biati Coordinatore Dirigenti scolastici Cisl Scuola Lombardia dice che occorre un’altra riflessione: “Se da una parte il futuro va aldilà delle aspettative (tanto più un futuro come quello che si presenta ai nostri occhi), si deve però sapere che le scelte del presente non sono neutre di fronte ad esso. In altre parole, le scelte di oggi incideranno sul domani. Ed oggi questo presente ci interroga. Dobbiamo sapere che quanto di pusillanime, di egoistico, di violento è nelle decisioni dell’oggi, si ritorcerà contro di noi e contro i nostri figli domani; ma che anche quanto di accogliente, di buono, di servizio è nelle decisioni dell’oggi, aprirà la speranza sul domani. Questa è la sfida del presente, e ne siamo dentro tutti, lo vogliamo o no. Il credere che portare il figlio nella scuola bella, linda e bianca, lo preservi da quanto accadrà domani, è una pia bugia: ne uscirà una persona complessata, o razzista, che vedrà il suo mondo crollare al primo spirare di vento. Ma la libertà è sovrana, a ciascuno il diritto di costruirsi gli incubi che vuole. Ma che può fare la scuola? Accogliere e insegnare, accogliere ed educare, com’è suo compito da sempre, cercando di capire dove manca in questo, con umiltà e semplicità. 

Non ghetti peraltro ma qualche regola si però si invoca ” Forse si potrebbero dare risorse mirate (peraltro sempre richieste) per affrontare queste emergenze, senza distruggere le classi. Le risorse però devono essere mirate all’emergenza, e le risorse sono economiche, ma soprattutto umane (insegnanti, mediatori culturali, educatori). E’ necessario però trovare l’equilibrio tra il dare risorse e il loro sperpero”.

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