Dieci anni fa moriva il maestro Manzi

Chi non ricorda il maestro di “Non è mai troppo tardi” che decenni fa, tramite la televisione ai primi esordi aiutò milioni di italiani a riscattarsi dall’analfabetismo?
È stato il primo a capire la potenzialità didattica del mezzo televisivo, istituendo la prima efficacissima forma di quella che noi oggi chiameremmo “formazione a distanza“. La tv – come denunciava Pasolini – ha tolto al popolo la sua cultura, ma con Alberto Manzi ha almeno dato in cambio qualcosa.
Con “Non è mai troppo tardi” il maestro non solo contribuì alla diffusione della lingua italiana, ma consentì ad un milione di italiani di conseguire la licenza elementare, facendoli diventare cittadini più attivi e consapevoli.
Alberto Manzi nell’immaginario collettivo ha rappresentato “il maestro“. In questo ruolo popolare di figura semplice e insostituibile l’ha ricordato il vice ministro Mariangela Bastico che sul proprio sito (www.bastico.it) ha sottolineato come “la sua vita potrebbe essere intitolata “Storia di un maestro”, perché, al di là dei suoi innumerevoli interessi – si laureò anche in biologia – fu prima di tutto un maestro elementare.”
Il maestro Manzi – ha detto Bastico – ha perseguito l’alfabetizzazione come strumento essenziale per conseguire l’uguaglianza sostanziale (art. 3, secondo comma della Costituzione), che è uno dei fondamenti del testo costituzionale.”
Il Centro studi “Alberto Manzi” – Ermes – Regione Emilia Romagna – Università degli studi di Bologna è on line su www.193.43.192.109/ .