Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Didattica multiculturale: tutti i consigli per metterla in pratica

L’inserimento dei ragazzi stranieri nella scuola rappresenta ormai un dato strutturale per l’Italia. Occorre predisporre una strategia mirata anche sotto l’aspetto didattico. Per esempio:

sviluppare programmi di formazione e Azione-Ricerca almeno per i coordinatori di classe sull’approccio dialogico e di cooperazione aperta e preventiva sulle preoccupazioni dei processi di integrazione, con il coinvolgimento, oltreché dei docenti, di studenti e famiglie;
predisporre i documenti scolastici e il sito nelle lingue presenti nella comunità scolastica, coinvolgendo in questo lavoro gli studenti e le famiglie straniere già integrate e presenti a scuola da almeno due anni;
formare in ogni scuola almeno un gruppo preparatorio per i bambini e ragazzi che arrivano a lingua 0 e/o poco alfabetizzati. Il gruppo, sull’esempio di altri Paesi soprattutto del nord Europa,  dovrebbe essere di massimo 12/15 studenti. All’interno del gruppo i ragazzi svolgono una parte del curricolo per imparare Italiano lingua 2, principi di cittadinanza attiva (regole, diritti,  doveri, etc) e life skills. Il processo di integrazione con il resto del gruppo classe è graduale e costante;
permettere agli studenti di imparare anche la loro lingua madre con gruppi, anche qui flessibili negli orari e nei tempi, di minimo 6 studenti;
un forum permanente sulle esperienze interculturali presenti in Italia, per realizzare una banca dati sulle esperienze didattiche a disposizione dei docenti;
formare i docenti esperti di mediazione culturale (almeno due docenti per istituto – e/o lavorare con i coordinatori): almeno 40 ore all’anno proponendo piste didattiche per l’insegnamento interculturale;
formazione giovani studenti stranieri già inseriti nelle scuole e ragazzi italiani disponibili per diventare team leader ‘misti’ della ‘mediazione e culturale’, con l’obiettivo di occuparsi dell’accoglienza e del processo di integrazione dei nuovi stranieri. Tali profili potrebbero essere d’interesse anche per la comunità territoriali,  le municipalità, enti e associazioni;
contratti di formazione lavoro per gli studenti stranieri per consentire sia frequenza scolastica sia il lavoro. Si eviterebbe l’abbandono degli studi di molti ragazzi stranieri;
apertura della scuola al territorio: generare relazioni stabili e produttive con le associazioni in rappresentanza delle varie etnie presenti a scuola. In questo caso sarebbe opportuno istituire un incontro permanente con questi rappresentanti (es. un incontro ogni due mesi) coinvolgendoli nella progettazione e nella realizzazione di eventi interculturali;
incontri periodici con testimoni delle varie comunità;
– affrontare attraverso le varie discipline in modo dialogico i contributi che le diverse culture e religioni hanno apportato nella storia dell’umanità.

Ecco inoltre altri consigli per promuovere in classe una didattica multiculturale

– la ridefinizione di  nuovo profilo professionale dei docenti che ricombini i nuovi elementi che compongono la società. Un nuovo profilo che va definito individuando un percorso per promuovere l’inclusione di tutti i ragazzi appartenenti a religioni, valori  e tradizioni diverse che sia sintesi alta tra ciò che abbiamo di meglio e il nuovo ciclo che si è aperto tra le filiere culturali;
– dedicare un’ora settimanale (o un tempo complessivo equivalente), tra quelle riservate alle materie opzionali, al quarto dei grandi obiettivi formativi indicati dall’UNESCO, quello del “saper vivere insieme”, che integra i tre tradizionali “saperi” – sapere, saper fare, saper essere – aggiornandoli alla luce della crescente complessità multietnica e multiculturale delle odierne società ad elevato sviluppo economico.

Occorre integrare le attività curricolari legate alla transdisciplina “educazione alla convivenza civile” con una azione formativa supplementare, mirata specificamente alla conoscenza, non teorica e libresca, ma concreta ed esperienziale, della cultura, della storia e della fede dell’”altro”. Il saper convivere, l’integrazione passano per una reciproca conoscenza, che deve riguardare dunque in primo luogo i nostri ragazzi.
Concludiamo il nostro speciale con una frase suggestiva e ricca di significato, che potrebbe anche essere proposta come titolo di un tema in classe:

Non può essere straniero
Se il tuo Cristo è ebreo,
se la tua democrazia è greca,
se la tua scrittura è latina,
se i tuoi numeri sono arabi,
se la tua maglietta è cinese,
se le tue vacanza sono slave,
allora
il tuo vicino non può essere straniero.
(Scritta sui muri della metropolitana di Monaco di Baviera).

*PhD Researcher presso University of Jyväskylä in Finlandia e presidente di PeaceWaves International Network (www.peacewaves.org)

 

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