Didattica a distanza, la relazione possibile

Di Carla Sacchi

L’emergenza Coronavirus COVID-19 è anche emergenza nelle scuole: edifici chiusi e attività interrotte, viaggi di istruzione sospesi, chiarimenti in merito alla retribuzione dei docenti e ai certificati medici richiesti agli studenti per essere riammessi a scuola dopo 5 giorni di assenza. Anche la scuola si interroga, come altri settori, sul come far fronte alla necessità di ripartire, sul lavoro da svolgere, ma soprattutto sul come riappropriarsi della normalità.

Nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 Febbraio 2020 si legge all’art. 1 d) “i dirigenti scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica sia stata sospesa per l’emergenza sanitaria, possono attivare, di concerto con gli organi collegiali competenti e per la durata della sospensione modalità di didattica a distanzaavuto anche riguardoalle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”

Da docente, la mia riflessione parte dal significato del termine didattica e dal suo stretto legame con la parola insegnamento e dalla convinzione che vi sia apprendimento solo nella relazione.Mi chiedo quindi se possa esistere una didattica senza docente: senz’altro no!Ritengo che in questo momento a noi docenti venga richiesto di attivarci per predisporre attività (recupero, riallineamento, potenziamento…) con l’ausilio delle risorse digitali a disposizione,non di favorire pratiche di apprendimento autonomo per gli studenti, non di approntare esercizi di addestramento da caricare sul registro elettronico, quali schede di analisi logica o lo studio di nuovi capitoli di storia/geografia/letteratura. Io voglio esserci!

Esiste poi un altro punto di vista su cui interrogarci: come si rifletterà la situazione attuale sui bambini e sui ragazzi? Da educatore non posso non chiedermelo. Il loro benessere è fondamentale quanto lo stato di salute che si sta cercando di tutelare con le misure messe in atto. L’emergenza sanitaria è transitoria, ma quanto saremo stati rassicuranti, affidabili, presenti, rispetto alla gestione emotiva del problema in questi giorni lascerà ai ragazzi l’idea di un mondo di adulti che non improvvisano e non si sconfortano. Hanno bisogno di vederci equilibrati e capaci di leggere le emozioni altrui e arginare gli eccessi delle stesse. E come possiamo farlo se non ci siamo e abbiamo lasciato solo una nostra traccia in una mail o sul registro elettronico? Io voglio esserci!

Cosa sta mancando davvero ai nostri studenti in questi giorni di forzata inattività e lontananza dalla scuola? Non le ore di studio pomeridiane! A mio parere mancano i compagni di classe, i docenti nei corridoi ai quali confidare il timore giustificato di quello che sta accadendo in tanti paesi del mondo, il dibattito sull’attualità, in sintesi, tutto ciò che è relazione umana. Per rispondere ai loro bisogni – questo la scuola è chiamata a fare – la modalità di didattica a distanza dovrebbe, tutte le volte che la situazione lo permette (banda, pc, abbonamenti…), prevedere insegnamento, apprendimento, relazione con pari e adulti, nell’ordine e per la durata che si preferisce, ma in una ricetta completa di tutti gli ingredienti.

Ieri mattina una collega della Scuola dell’Infanzia del mio I.C. di appartenenza mi ha scritto che aveva registrato un audio, raccontando una favola da inviare nella chat whatsapp dei genitori della sua sezione, motivando che i bambini “almeno sentono la nostra voce e sanno che ci siamo”; se ti muove la passione per questo tipo di lavoro, basta poco per trovare una via per la relazione!

La tecnologia ci viene incontro in molti modi, alcune scuole sono già pronte a fornire una risposta valida alla richiesta di didattica a distanza, ma in tutte le altre ci si può provare. I nostri alunni non giudicheranno la mancata perfezione nell’uso dello strumento che ci permetterà un contatto, ma ricorderanno che ci siamo stati per loro, non per andare “avanti col programma” (termini inidonei e veicolo di pericoloso contagio!) ma per accompagnarli verso quel fascino che possiede il conoscere e che nessun virus potrà contaminare!