Didattica a Distanza e Didattica Digitale Integrata: cosa abbiamo imparato, cosa dobbiamo imparare
Di Tiziana Rossi e Luca Dordit
L’emergenza prodotta dalla diffusione del Covid-19, sulle prime ha sollecitato il mondo dell’istruzione a mettere in campo forme di innovazione metodologica e didattica in tempi brevi e non di rado approntate “in corsa”, con tutte le leve potenti di cambiamento e i limiti stringenti di una situazione inattesa fuori dall’ordinario. Ora sembra giunto il momento di sottoporre ad una riflessione più accurata le pratiche sin qui sviluppate. La crisi determinata dalla pandemia ci consegna una scuola consapevole del fatto che le pratiche esperite, poste all’interno di una cornice metodologica unitaria che ne faciliti l’acquisizione come pratica ordinaria e strutturalmente inclusa nell’impianto curricolare, possono acquisire un portato rilevante. In particolare, possono costituire il punto di partenza per una rilettura informata e accorta degli assetti didattici di fondo su cui poggia il sistema scolastico del Paese. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita nell’inserto de La Scuola che Sogniamo dedicato alla scuola digitale e pubblicato nel numero di novembre di Tuttoscuola.
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Riflettiamo sulla Didattica Digitale Integrata
L’e-book che presentiamo in questo articolo, la cui copia gratuita è ora disponibile per il download, si propone sia come riflessione sulla didattica digitale integrata, attuata a prospettive diverse e concentriche, sia come cassetta degli attrezzi ad uso delle scuole. Inoltre, nel testo viene proposto un percorso di sperimentazione controllata, suscettibile di essere realizzata ad ampio raggio, su diversi ordini e gradi del sistema scolastico. Ponendosi alla confluenza di una ricca esperienza condotta nella scuola e di quanto è andato via via emergendo di recente dal confronto tra addetti ai lavori e studiosi del fenomeno, il volume descrive un modello di successo, sviluppato in un contesto scolastico specifico e pur tuttavia diffondibile su larga scala. Ad essere preso in esame e ricostruito è innanzitutto il quadro di riferimento in tema di didattica a distanza, articolato tra la dimensione internazionale e la realtà nazionale. L’attenzione si sposta successivamente sulla descrizione dei principali nodi critici che al momento rendono la didattica digitale integrata più un orizzonte di impegno per il prossimo futuro che un’acquisizione stabile e omogeneamente diffusa nella scuola italiana.
La parte analitica è seguita dalla descrizione di un modello di DDI di tipo blended già sperimentato con successo in Trentino presso l’Istituto Martini di Mezzolombardo. Ci auguriamo che le analisi e le osservazioni poste all’attenzione di quanti sono interessati a far evolvere il sistema della DDI possano rappresentare un contributo utile e generativo
di cambiamento, oltre a sollevare un discorso pubblico sul tema.
Oggi risulta infatti quanto mai determinante non limitare l’angolo visuale ai soli aspetti tecnici, o, al contrario, ad un trattamento della questione in termini viziati da pregiudiziali ideologiche o di altro genere. La posta in gioco è la ricerca di un nuovo equilibrio che possa saldare l’eminente tradizione alla base della scuola italiana con le nuove sollecitazioni e risorse di carattere didattico e tecnologico provenienti da un mondo che va innanzitutto ascoltato e compreso in profondità.
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Le problematiche emergenti dal quadro italiano
Dopo aver descritto lo scenario internazionale, per il quale si rimanda al testo completo, l’attenzione verte sullo stato dell’arte dell’introduzione del digitale nella scuola italiana. L’analisi che ne emerge tratteggia un Paese in larga parte non del tutto preparato: molti operatori – e gli stessi studenti e famiglie – hanno dovuto muovere i primi passi nella direzione della gestione di attività didattiche a distanza a partire dal 5 marzo 2020 in poi. Il posizionamento delle Regioni italiane rispetto al cambiamento digitale veniva poco prima fotografo da uno studio dell’Agenzia AGICOM, in uno scenario in cui rilevanti erano le differenze tra le diverse aree del Paese.
A proposito di TIC e didattica, ampiamente dibattuto in letteratura è il tema del digital divide che la pandemia ha messo in trasparenza, solcando la distanza tra chi per condizioni socio-economiche, per collocazione geografica, per livello di alfabetizzazione digitale pregressa, ha potuto reggere la sfida dello smart working e della frequenza alle lezioni online e chi non è riuscito, perdendo ulteriore terreno.
L’esperienza dell’Istituto Martini in provincia di Trento
Il testo recupera l’esperienza positiva attuata presso l’istituto di istruzione superiore Martini di Mezzolombardo (TN), che si è distinto nella fase marzo-giugno per la produzione di numerosi sussidi didattici in tema di didattica a distanza, in una logica di sistematica integrazione nel percorso curricolare. Gli strumenti si articolano in tutorial effettuati da animatori digitali e dall’intero team digitale, a vantaggio dei colleghi meno esperti, oltre che in cicli di “pillole” di lezione registrate e pubblicate. Vi si affiancano una serie di webinar, due dei quali in collaborazione con Tuttoscuola.
Si è fatta così strada, nell’ottica di valorizzare questo patrimonio, un’ipotesi metodologica basata sulla formula blended, qual è quella emersa come vincente e come patrimonio permanente di eredità oltre l’emergenza.
L’approccio, rifiltrato attraverso un processo riflessivo e ancorato ai più recenti sviluppi del dibattito scientifico non può prescindere da metodologie quali la flipped classroom, il Project-based Learning, la Inquiry Based Scientific Education, il design thinking, il compito di realtà, la simulimpresa, il debate, metodi laboratoriali e didattica cooperativa in senso lato.
Più in generale, si dispiega nell’alternarsi bilanciato di metodologie attive e dirette, funzionale alla promozione di un apprendimento significativo e profondo. Abbiamo approfondito l’argomento nell’inserto dedicato a La Scuola che Sogniamo e pubblicato all’interno del numero di novembre di Tuttoscuola. E’ possibile leggere l’articolo integrale nel numero 606 novembre di Tuttoscuola.
Abbiamo parlato della scuola digitale nell’inserto de La scuola che sogniamo pubblicato su Tuttoscuola
La scuola digitale è il modello che abbiamo presentato ad ottobre all’interno del nostro progetto “La scuola che sogniamo”.
Nell’inserto pubblicato all’interno del numero 606 novembre di Tuttoscuola, oltre a questo articolo di Tiziana Rossi e Luca Dordit troverai i seguenti approfondimenti sulla scuola digitale:
– Emergere, di Itali Fiorin
– Prima della didattica digitale, le competenze dei docenti, di Daniela Di Donato
– Un passo avanti rispetto alla paura, di Stefania Strignano
– Spesso le cose funzionano, persino la DaD, di Maria Emilia Cremonesi
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