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Dibattito aperto sui nuovi programmi dei licei

E’ opportuno che i programmi di italiano, filosofia, e soprattutto quello di storia, arrivino praticamente fino ai nostri giorni?

A questa domanda rispondono in modo assai diverso, sulle pagine del Corriere della Sera di oggi, Giorgio De Rienzo, professore di letteratura contemporanea, e Paolo Ferratini, esperto di scuola secondaria e componente della “Cabina di regia”, la commissione ministeriale nominata dal ministro Gelmini per la stesura delle nuove Indicazioni nazionali dei licei, la cui bozza compare nel sito internet del Ministero.

Di Rienzo si mostra quanto meno perplesso, critica la “smania di modernità” e si chiede “se sia possibile interpretare oggi, con distacco e serenità, un fenomeno importante ma ancora difficile da decifrare come la rivoluzione del Sessantotto, per tanti versi soltanto una finta rivoluzione“, o temi come Tangentopoli o il rapporto tra lo Stato e la Chiesa. La storia, secondo Di Rienzo, “ha bisogno di distanza per essere interpretata“, e ancor più la letteratura, “specie se è povera di forme e di sostanza, come la nostra del secondo Novecento, condizionata per di più dalle strategie dell’industria culturale“. A suo giudizio è difficile “trovare valori certi e non modaioli” dopo gli anni sessanta dello scorso secolo.

Di parere opposto è Ferratini, che dopo aver difeso i nuovi programmi anche nella forma (“un documento sobrio“, che lascia spazio all’autonomia delle scuole e degli insegnanti), definisce “necessaria” la scelta fatta dalla Cabina di regia “se si vuole finalmente smettere di fare credere che il Novecento finisca, nel migliore dei casi, con la stagione neorealista“, e dedicare attenzione ad alcuni filoni della filosofia contemporanea, come l’ermeneutica e l’epistemologia.

Quanto alla storia, che nella bozza dei nuovi programmi comprende eventi recenti, anche successivi al 1989, Ferratini ritiene sufficiente raccomandare che essi siano trattati “con le cautele indispensabili con cui si devono trattare argomenti che, per la loro stretta attualità, sono inevitabilmente oggetto di un dibattito a tutt’oggi aperto“.

Un confronto di opinioni acceso, come si vede, che Tuttoscuola seguirà con attenzione.

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