Di Meglio: la chiamata diretta dei docenti è incostituzionale

Questo Paese basa il proprio ordinamento giuridico su una Costituzione che stabilisce l’accesso al pubblico impiego attraverso i concorsi. Il metodo di assunzione prospettato dal Governo, quindi, viola la Costituzione“.

E’ assai accesa, nelle parole e nei toni, la replica di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, alle dichiarazioni rilasciate l’altro ieri dal ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, in merito al reclutamento dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, previsto dal Ddl Aprea.

Possiamo discutere su modalità concorsuali che coniughino merito ed efficienza, ma non possiamo parlare di chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici“, ha aggiunto Di Meglio, anche perchè non si riesce a capire “per quale motivo migliaia di ex presidi, promossi a dirigente attraverso un banale corso di formazione, i cui bocciati, ricordiamo, sono stati vergognosamente recuperati ope legis, dovrebbero possedere particolari capacità valutative e didattiche“.

La Gilda degli Insegnanti non si dichiara contraria in linea di principio alle innovazioni, ma “prima di introdurre rivoluzioni epocali, sarebbe preferibile sperimentare nuovi modelli e verificarne i risultati. Avere una buona scuola e buoni docenti è interesse di tutto il Paese, ma il meccanismo è molto delicato e, se l’efficacia del sistema previsto dal Governo non viene preventivamente testata, si rischia di danneggiare ulteriormente il mondo della scuola“.