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Deputati a 18 anni? Troppo presto!

Sulla proposta di abbassare l’elettorato passivo per l’elezione alla Camera a 18 anni  ci ha scritto il prof. Luciano Corradini, già sottosegretario all’Istruzione e noto studioso di Educazione civica, per esprimere un parere critico, che volentieri pubblichiamo.

Invitiamo altri lettori a partecipare a questa discussione, o a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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La proposta dell’on. Meloni, approvata dal Consiglio dei Ministri, di abbassare a 18 anni l’elettorato passivo per la Camera dei Deputati, può essere intesa come un diversivo o come un’utile occasione per discutere sul mondo giovanile e sul ruolo della scuola.

Conosco adolescenti più saggi, intelligenti e onesti di molti deputati adulti.  Non è detto però che verrebbero scelti dai partiti per queste doti. E chi le verifica? Non si guida l’auto solo perché si compiono 18 anni. Occorre un esame di patente teorico e pratico. E per guidare la politica? Nonostante la legge che introduce “Cittadinanza e Costituzione”, in molte scuole non s’insegnano e non si studiano le ragioni, i principi e le istituzioni della Repubblica e dell’Europa.

Queste conoscenze sono richieste agli immigrati che chiedono la nostra cittadinanza, ma non a coloro che, solo perché nati in Italia, avrebbero la scienza infusa e la disponibilità ad occuparsi con “disciplina e onore” della cosa pubblica. Per lo più i nostri diciottenni vanno a votare con un notevole tasso di analfabetismo civico e politico, avendo al massimo esperienza di elezioni negli organi collegiali scolastici. 

Con le migliori intenzioni di valorizzare i giovani, il renderli eleggibili alla Camera potrebbe farne dei gregari facilmente manipolabili almeno per qualche anno, per evidenti ragioni di  difficoltà di conoscere, di capire, di giudicare intorno al funzionamento di una macchina istituzionale tanto complessa e contraddittoria.

A meno che non si creda che un deputato possa essere un apprendista, che si limita ad alzare la mano a richiesta del gruppo che lo coopta. A 18 anni non è frequente diventare buoni genitori, anche se si è capaci di generare. Perché prevedere per legge che i “ragazzi” possano diventare anche “patres conscripti”, occupandosi con responsabilità decisionali della politica italiana, europea e mondiale?

Più che di giovanotti, la Camera ha bisogno di virtù giovanili, di serenità, di coraggio, di serietà etica e politica, oltre che di competenza. Bisognerebbe tenerne conto quando si fanno le liste.

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