Definitiva rottura sindacale per i contratti dei dipendenti pubblici

Proprio alla vigilia del 1° maggio, nonostante le parate di circostanza nelle manifestazioni unitarie programmate, si è consumata la rottura formale e sostanziale della Cgil confederale con tutte le altre confederazioni sindacali.

L’intesa con il Governo per l’estensione ai comparti pubblici dell’Accordo quadro del 22 gennaio scorso sulla nuova contrattazione l’hanno firmato il 30 aprile otto delle nove confederazioni ammesse. Non ha firmato una delle confederazioni più importanti nel settore pubblico: la Cgil di Epifani, come già avvenuto tre mesi fa per l’Accordo quadro.

Questo significa che il prossimo rinnovo contrattuale del comparto scuola potrebbe non vedere tra i firmatari la Flc-Cgil. Teoricamente.

La Cgil ha comunque protestato per questa intesa separata, perché non è stata convocata all’incontro, come era avvenuto invece per l’intesa del settore privato due settimane prima, quando Epifani, invitato, si era però limitato a guardare senza sottoscrivere l’intesa.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro avrà durata triennale per la parte economica e per quella normativa, diversamente da quanto è avvenuto negli ultimi quindici anni con una durata contrattuale di quattro anni per la parte normativa e biennale per la parte economica.

Sono previsti due livelli di contrattazione, uno nazionale e uno decentrato.

Le confederazioni firmatarie hanno già sollecitato l’apertura del negoziato per non arrivare tardi (come ormai è consuetudine) al contratto per il triennio 2010-2012.