Decaduti per documenti falsi, il Tar li multa

Le cronache di tre anni fa riportarono la conclusione di un’indagine condotta dai Carabinieri della capitale che aveva portato alla scoperta di numerosi casi di collaboratori scolastici e assistenti amministrativi assunti nelle scuole romane grazie a titoli falsi e autocertificazioni non veritiere.

Tuttoscuola” ne aveva dato in anticipo informazione, aggiungendo che diversi imputati avevano presentato ricorso contro la decadenza dalla graduatoria dichiarata dall’Ufficio scolastico regionale, mentre comunque era pendente nei loro confronti il procedimento penale.
Grazie alle indagini, era stato accertato che il certificato dei servizi prestati faceva riferimento a istituti scolastici presso i quali non risultava invece mai prestato il servizio e nei quali gli imputati non avevano mai messo piede.

Nei diversi giudizi presso il Tar risulta, ad esempio, almeno per una decina di casi, che il servizio era stato prestato presso la scuola media di Bettola che invece era completamente all’oscuro dell’uso che qualcuno aveva fatto di timbri e carta intestata e dove nessuno aveva mai visto gli indagati, nonostante risultassero anni di servizio prestati presso la scuola.

Gli imputati hanno presentato a suo tempo ricorso al Tar del Lazio sostenendo, a torto, che non avrebbero dovuto essere cancellati dalla graduatoria (decadenza), ma che avrebbe dovuto essere soltanto annullata la nomina.

Qualcuno è arrivato a dire che se il servizio minimo richiesto per entrare in graduatoria non c’era a causa delle false certificazioni, successivamente, grazie alla nomina, questa mancanza era stata sanata, regolarizzando la posizione e legittimando il mantenimento in servizio.
Il Tar ha dato torto ovviamente ai ricorrenti, respingendo il ricorso e condannandoli anche al pagamento di mille euro al Ministero della Pubblica Istruzione.