Debiti formativi. Cercasi soluzione praticabile/2

Secondo la DiSAL gli articoli 6 e 7 del decreto “costituiscono un ritorno tout court agli esami di riparazione“, caricando la scuola di un nuovo onere, con la gestione dei corsi di recupero durante l’estate e l’organizzazione degli esami a settembre, “che realisticamente, allo stato attuale, non è in grado di svolgere in modo qualitativo ed efficace“. Dato che la maggior parte dei docenti sarebbe impegnata con gli esami di maturità, sarebbe necessario ricorrere massicciamente a soggetti esterni, e la necessità di effettuare le prove e gli scrutini per tutti gli allievi con insufficienze (ex debiti) vanificherebbe la possibilità di iniziare le lezioni entro il 10-15 settembre.
C’è poi il problema delle risorse, del tutto insufficienti. DiSAL stima che in un istituto tipo con 900 alunni, di cui 400 con debiti, servirebbero almeno 4000 ore (10 pro capite), mentre allo stato attuale ne sono finanziate solo 1200 (per gli IDEI). E c’è infine la questione dei consigli di classe, che al 1° settembre cambiano spesso a seguito della mobilità dei docenti e dell’assenza dei supplenti con contratto fino al 30 giugno. Come si formeranno in questo caso?
Insomma, le difficoltà sembrano troppe, almeno in presenza degli attuali ordinamenti. Per questo DiSAL propone di mantenere la normativa vigente con alcune correzioni: per esempio quella di “non promuovere in presenza della reiterazione del debito per due anni nella stessa disciplina, pur avendo promosso interventi di recupero“, o in alternativa quella di limitare l’obbligo del rinvio dello scrutinio a settembre (come prevede l’art. 6 del decreto) ai soli casi di reiterazione del debito.