Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Darwin: e ora che fine fanno le "Indicazioni nazionali"?

Quella adottata dal ministro è però di una linea opposta a quella sostenuta da Giuseppe Bertagna, ispiratore della riforma Moratti, secondo il quale le “formalizzazioni teoriche” dovevano essere rinviate alla fascia scolastica successiva, perché prima è meglio “partire dai dati empirici controllabili per abituare i ragazzi ad elaborare criticamente ipotesi, leggi e teorie”.
Si pone ora un problema, che potrebbe avere anche una rilevanza più generale. In che modo sarà possibile ripristinare l’insegnamento della teoria dell’evoluzione alla luce dell’attuale decreto legislativo, del quale le “Indicazioni nazionali” costituiscono parte integrante? Sarà necessario apportare correzioni formali al decreto legislativo? E in tal caso, quale sarebbe la procedura (serve una nuova deliberazione del Consiglio dei ministri?), e quali i tempi?
Forse si potrebbe, almeno per il prossimo anno scolastico, affidare alle scuole e alla loro autonomia didattica e organizzativa la scelta dei contenuti disciplinari, anche sulla base dei vecchi programmi, in attesa di nuove, più essenziali e più ampiamente condivise “Indicazioni”.
Questo chiede anche l’opposizione parlamentare che al Senato ha presentato una mozione, da discutere entro trenta giorni dalla presentazione, con la quale invita “il Governo a disporre l’immediato ritiro delle ‘Indicazioni nazionali’ (…) allegate al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n.59”, e ad “affidare ad una Commissione nazionale, espressione della comunità scientifica e della scuola, l’incarico dell’elaborazione degli obiettivi culturali per la scuola da affidare all’autonomia curricolare delle istituzioni scolastiche”.
La scuola italiana, in questo momento di tensione e confusione, ha bisogno di una tregua. Ci auguriamo che la decisione di Letizia Moratti sul caso Darwin possa costituire un precedente in questa direzione.

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