D’Alema: no alla sindrome del punto e a capo/1

“La scuola non può sopportare una rivoluzione ogni cinque anni”. Lo ha detto Massimo D’Alema in occasione di un seminario a inviti sulla politica scolastica promosso dalla Fondazione Italianieuropei, il think-tank (o pensatoio) riformista da lui presieduto insieme a Giuliano Amato.
D’Alema ha messo in guardia i responsabili della coalizione dal lasciarsi sedurre dalla voglia di un nuovo punto e a capo sulla scuola, in caso di cambiamento alla guida del Governo.
Se sarà l’Ulivo a succedere all’attuale maggioranza di centro-destra, in materia di riforma scolastica – ha sostanzialmente affermato l’ex-presidente del Consiglio – sarebbe grave per la scuola cambiare nuovamente, cancellando totalmente l’impianto morattiano.
La scuola non potrebbe sopportare una nuova riforma, un nuovo punto e a capo come ha voluto il centro-destra appena arrivato al Governo.
Non si può non essere d’accordo su questo con il parlamentare diessino che, evidentemente, sta assumendo consapevolezza del fatto che la scuola, da troppo tempo sottoposta ad annunci di cambiamento che si contraddicono tra di loro e che tardano comunque a concretizzarsi, sta lentamente andando alla deriva pericolosa di una demotivazione e disaffezione accompagnate da disorientamenti sul da farsi che potrebbe rendere problematico il successivo recupero di condivisione e partecipazione all’innovazione.