Dai vecchi indirizzi ai nuovi licei/2. Ipotesi di confluenza

L’articolo 27 del decreto legislativo sul secondo ciclo stabilisce che “sino alla definizione di tutti i passaggi normativi propedeutici all’avvio del secondo ciclo di competenza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il medesimo Ministero non promuove sperimentazioni del nuovo ordinamento nelle scuole, ferma restando l’autonomia scolastica“.
Tra i citati passaggi, che devono essere sottoposti al vaglio della Conferenza Unificata Stato-Regioni, quello probabilmente più importante concerne la definizione delle “tabelle di confluenza dei percorsi di istruzione secondaria superiore previsti dall’ordinamento previgente nei percorsi liceali di cui al presente decreto, da assumere quale riferimento di massima per la programmazione della rete scolastica“.
Per non impoverire la gamma degli indirizzi di istruzione secondaria superiore attualmente previsti sul territorio sarà probabilmente necessario “convertirli” quasi tutti in licei. Nessun problema per i licei e gli istituti magistrali, che confluiscono in licei che non si articolano in indirizzi: classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane e musicale-coreutico. Qualche problema lo avranno gli istituti tecnici, che sono attualmente 39 e dovranno confluire in 11 indirizzi: alcune tipologie di istituti, soprattutto nel settore industriale, non trovano corrispondenza nei nuovi indirizzi, e non è detto che la prevista flessibilità del 20% e l’ancora misteriosa “quota regionale” bastino a dar loro spazio nel nuovo assetto dei licei.
Paradossalmente, meno complicata sembra la situazione degli istituti professionali, che con il “Progetto ‘92” sono stati contenuti in 17 indirizzi, che trovano quasi tutti una corrispondenza negli 11 previsti dalla riforma (due “economici” e 9 “tecnologici”). Restano fuori solo una parte degli indirizzi “atipici” (arte bianca, marmo, orafi ecc.), probabilmente destinati a confluire nel “sistema di istruzione e formazione”, e gli IPSAR (alberghieri e ristorazione), ai quali però lo stesso ministro Moratti aveva dato a suo tempo assicurazioni circa il loro destino “liceale”. La partita delle “confluenze” sembra insomma per molti aspetti aperta.