Dai mezzi di trasporto ai test sierologici: le questioni da risolvere per il rientro a scuola

Mezzi di trasporto, banchi monoposto e test sierologici. Sono solo alcune delle incognite relative al rientro a scuola del prossimo 14 settembre e per le quali si è svolto l’incontro di ieri, 24 agosto, con il premier Conte. Questioni da risolvere, e in fretta, visto che al rientro in classe mancano appena tre settimane.

Banchi monoposto e test sierologici

Partiamo dalle buone notizie: in alcune scuole romane, secondo quanto riporta Ansa, sono iniziati ad arrivare i primi banchi monoposto.  Ricordiamo che il commissario straordinario, Domenico Arcuri, nei giorni scorsi ha ribadito che i banchi monoposto utili per rispettare il distanziamento richiesto per contrastare la diffusione del Coronavirus, saranno consegnati entro il prossimo ottobre. E mentre proprio lo scorso 24 agosto sono partiti in tutte le Regioni i test sierologici per il personale della scuola, in molte regioni mancherebbero i kit per i medici di famiglia, che avrebbero dovuto somministrarli.

Mezzi di trasporto

Deluse le aspettative delle Regioni che speravano in una deroga al metro di distanza sui mezzi di trasporto: il Comitato tecnico scientifico ha ribadito che, anche con la mascherina, la distanza di almeno 1 metro tra gli occupanti del mezzo pubblico dovrà esserci e se si pensa all’utilizzo di separatori, la soluzione non sarà disponibile a breve e non potrà applicarsi a metro e bus. E pure l’idea di differenziare gli orari scolastici, “non può essere la soluzione”, spiega il coordinatore degli assessori regionali ai Trasporti, Fulvio Bonavitacola. “Le Regioni – aggiunge – avevano da tempo sollecitato una strategia nazionale a riguardo”.

E intanto alcune Regioni si muovono in autonomia. E’ il caso della Campania, che ha deciso di acquistare termoscanner da assegnare agli istituti scolastici per fare in modo che la temperatura venga misurata agli alunni all’ingresso degli stessi istituti.

Organici degli insegnanti

Secondo quanto poi ribadito da Cisl Scuola nei giorni scorsi, a mancare sarà il personale. Per dimostrarlo il sindacato diffuso una simulazione a partire dalla distribuzione delle risorse: assumendo a riferimento i costi pro-capite indicati nel decreto interministeriale del 10 agosto, qualora le risorse fossero utilizzate per assumere 10.000 collaboratori scolastici (che su 8.200 istituzioni scolastiche equivalgono in media a 1,2 posti in più per ogni istituto), con quelle residue si potrebbero reclutare meno di 31.000 insegnanti, limitandosi oltretutto a quelli appartenenti al profilo con retribuzione minore (infanzia e primaria). Da distribuire fra oltre 170.000 sezioni e classi. Per Rino Di Meglio, Gilda degli insegnanti, “le superiori sono le scuole più in difficoltà. Mentre per quanto riguarda la scuola primaria ancora non si è capito come funzionerà la mensa scolastica. Andando oltre la propaganda, spesso basata su proposte tanto fantasiose quanto inapplicabili, il rischio concreto è che la ripresa delle scuole a settembre trovi l’amministrazione del tutto impreparata e che gli studenti e gli insegnanti, loro malgrado, debbano riprendere quella non-scuola che è la didattica dell’emergenza in numerose scuole”.