Dagli ambiti alle sedi/2. L’ANP si interroga

Non si è fatto attendere il commento dell’ANP ai comunicati del Miur e dei sindacati. Dopo aver contestato il fatto che l’intesa del 6 luglio innesta una nuova sequenza contrattuale su quella precedente, relativa alla mobilità, dell’8 aprile 2016, ANP entra nel merito dei suoi contenuti citando alcune informazioni contenute nel comunicato del Miur: “Tale sequenza dovrebbe definire, a livello nazionale, un elenco di requisiti (in effetti dovrebbero essere criteri, secondo la Legge 107/2015) in base ai quali verrà effettuata l’assegnazione dei docenti alle sedi scolastiche. Sembra che i dirigenti dovranno scegliere quattro requisiti dall’elenco per ciascun posto di insegnamento (non è chiaro al momento perché proprio quattro), in coerenza con il PTOF della scuola, sulla base dei quali formulare la proposta di incarico triennale”.

Il posto sarebbe assegnato al docente in possesso del maggior numero dei requisiti nell’ambito dei quattro indicati. In caso di parità tra più docenti la scelta sarebbe “obbligatoriamente effettuata in favore di quello col maggior punteggio nella mobilità (per gli assunti prima del 2016) oppure nella GAE (per gli assunti di quest’anno). Se il docente così individuato dovesse optare per un’altra scuola, il dirigente dovrà proporre l’incarico al secondo individuato e così via. Al termine della procedura i docenti rimasti senza sede saranno gestiti dall’USR”.

ANP, per il momento, si limita a porre alcune domande, relative al forte condizionamento che l’autonomia delle scuole subirebbe: come può una sequenza contrattuale, definita a livello centrale, prevedere tutti i requisiti idonei a soddisfare le esigenze dei PTOF delle oltre 8000 istituzioni scolastiche autonome? E cosa succederà nelle scuole i cui PTOF non fossero compatibili con i requisiti definiti centralmente? ANP denuncia il carattere centralistico del provvedimento in arrivo,  “concordato con le OO.SS. di comparto (…) e basato, ancora una volta, su graduatorie costruite su titoli e anzianità che non sono garanzia di competenza”.

E come si può pretendere, è la domanda finale, “di valutare i dirigenti sulla base dei risultati conseguiti mediante personale che, nei fatti, non potranno scegliere?”.