Per decenni sono stati considerati alla stregua degli alunni più lavativi o dei meno brillanti, sono stati ripresi, umiliati, bocciati. Per i 200.000 bambini italiani con disturbi specifici di apprendimento, a partire dalla dislessia, le cose a scuola stanno per cambiare. Partirà da settembre una serie di misure ad hoc proprio per garantire il percorso formativo dei bambini dislessici, presentate oggi al Senato dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
Il ministro ha firmato, infatti, il decreto attuativo della legge 170 del 2010, con prima firma quella della senatrice Vittoria Franco (Pd), che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici d’apprendimento. Prevista una serie di strumenti didattici e tecnologici ad hoc: sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; registratore, che consente all’alunno di non scrivere gli appunti della lezione; programmi di videoscrittura con correttore ortografico; calcolatrice per facilitare le operazioni di calcolo. L’alunno dislessico potrà, inoltre, essere esentato da una prova scritta di una lingua straniera e svolgere prove sostitutive equipollenti.
Le nuove misure guardano anche alla formazione degli stessi docenti: partiranno in 32 università corsi di perfezionamento o master in ‘Didattica e psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento’. Per la formazione sono stati stanziati due milioni di euro. Accanto a questo svolgono una funzione importante i Cts, centri territoriali di supporto: sono 96 e servono come centri di consulenza, formazione, collegamento e monitoraggio.
Per potenziarli il Miur ha stanziato tra il 2010 e il 2011 un milione di euro. Anche l’università è coinvolta nelle misure, che troveranno specifica attuazione attraverso le linee guida del ministero: ai test universitari di ammissione, ad esempio, gli studenti dislessici potranno avere a disposizione un tempo aggiuntivo fino al 30% in più. Inoltre potranno registrare le lezioni, utilizzare sintesi in formato vocale e programmi di sintesi vocale. Anche durante gli esami si applicano misure dispensative: prove orali invece che scritte, uso di computer con correttore ortografico e sintesi vocale, tempo supplementare.
“Sono provvedimenti importanti – ha commentato Gelmini – che si devono all’impegno dei parlamentari per una legge bipartisan. I bambini dislessici sono intelligenti, normodotati, a volte con qualità superiori. Ci sono solo problemi di apprendimento che si possono superare con gli accorgimenti necessari. Questa legge dimostra che la scuola è attenta a personalizzare i percorsi di studio e cerca di alzare la qualità dell’offerta formativa malgrado le difficoltà economiche“.
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