Costituzione: verso il referendum

Il referendum confermativo che si svolgerà il 25 e 26 giugno 2006 è lo strumento che consente ai cittadini di esprimere un giudizio sulla “devolution“.
La posta in gioco è alta e perciò occorre contrastare il rischio che l’avvenimento politico si consumi nel disinteresse generale, con la conseguenza che il diniego o la conferma della legge costituzionale possa essere decisa dalla minoranza che parteciperà al voto. Non essendo chiesto un quorum, la legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
La quasi inesistente discussione sul tema costituzionale, prima nella campagna elettorale politica, ora nel dibattito per l’elezione del Presidente della Repubblica e per la costituzione del nuovo governo, domani per la campagna elettorale per le elezioni amministrative, non consente ai cittadini di cogliere i costi e le disparità nel godimento di diritti fondamentali all’istruzione ed alla salute che possono determinarsi con la doppia esclusività delle competenze statali e regionali nella stessa materia.
Il 25 giugno non è lontano e l’attesa va utilizzata per far maturare il giudizio degli elettori su una riforma, approntata con qualche disinvoltura dalla Casa delle Libertà, che presenta qualche pregio, ma anche tanti difetti e “buchi”.
Va nella direzione giusta l’iniziativa della Cisl-Scuola con il convegno “Quale sistema di istruzione e formazione nel Lazio“, la cui definizione legislativa come è noto è di esclusiva competenza della Regione e discende dalla revisione del Titolo V, parte seconda della Costituzione. Sull’istruzione e formazione professionale fino ad oggi si sono registrate molte preoccupazioni per effetto delle decisioni politiche assunte con la legge n. 53, che ha collocato la scelta dell’istruzione e formazione professionale a 14 anni.