Contro la politica dei due tempi/2

Sarebbe suicida per il sistema scolastico e per il Paese assumere queste decisioni senza conoscere in tempo reale la flessibilità possibile sugli organici (ferma restando la necessità di garantire i livelli occupazionali del personale), i flussi di pendolarismo degli studenti, gli spazi per riprogettare orari e percorsi dei mezzi pubblici, la domanda storica di iscrizione ai diversi istituti espressa dalle famiglie, la possibilità di riconversione delle strutture edilizie, la disponibilità delle attrezzature sportive ecc.
Le Regioni dovrebbero, perciò, ultimata la fase di insediamento dei Consigli Regionali e di costituzione delle Giunte di governo regionale, assumere l’iniziativa politica di chiamare il Governo attorno ad un tavolo per esplicitare le reciproche responsabilità davanti al Paese.
Non è la stessa cosa prevedere di svolgere non solo l’educazione fisica e sportiva, ma anche tutte le altre discipline di insegnamento, mantenendo l’attuale impostazione rigidamente separata per ore, classi e ordini scolastici, oppure nel modo integrato e trasversale ipotizzabile nei poli o, ancora di più, nei campus. E poi, se anche le Regioni decidessero di lasciare la situazione attuale, il decreto prevede comunque sul piano ordinamentale una prima significativa flessibilizzazione del piano degli studi. Si parla di discipline opzionali obbligatorie e opzionali facoltative. La vecchia rigidità della classe non è più immaginabile nemmeno mantenendo gli attuali istituti.
Anche per l’organico del personale appare non sufficiente la semplice previsione del mantenimento degli organici per un certo numero di anni. Ciò che conta è salvaguardare i livelli occupazionali e forse incrementarli (oltre che riqualificarli) se il Paese vuole dotarsi di un sistema di “apprendimento lungo tutto l’arco della vita”. Il fabbisogno di risorse umane potrebbe più essere calcolato secondo i tradizionali criteri?
Gli effetti gestionali e organizzativi di queste scelte, come si può intuire, potrebbero essere dirompenti. Ha senso percorrerle al buio, senza che nessuno dica niente?