Contro la politica dei due tempi/1

TuttoscuolaFOCUS n. 101/197 della scorsa settimana ha sottolineato il significativo risultato conseguito dalle Regioni che avevano indotto il ministro Moratti a separare, nel decreto di riforma del secondo ciclo, la definizione dell’aspetto ordinamentale, riservato allo Stato, da quello dell’organizzazione e della gestione che il vigente Titolo V della Costituzione attribuisce alla competenza delle Regioni, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Ma se questa distinzione di competenza si dovesse trasformare in una successione asincronica e scoordinata di interventi, essa da preziosa opportunità si trasformerebbe in un gravissimo handicap per tutti, con pesanti ricadute sulla capacità del sistema di garantire la continuità dell’erogazione del servizio su tutto il territorio nazionale.
Il Governo, il Ministero, da questo punto di vista, devono assumersi la responsabilità politica di far camminare il livello nazionale e quello regionale in maniera parallela, chiarendo con precisione tempistica e contenuti. Non avrebbe senso, infatti, varare il decreto sul secondo ciclo senza che i docenti, le famiglie, i ragazzi e l’opinione pubblica sapessero bene, anzitutto, il ruolo assegnato all’autonomia delle istituzioni scolastiche dalle Regioni e, in secondo luogo, in questo contesto, se le Regioni sceglieranno politicamente di distribuire e di organizzare l’offerta formativa lasciando sostanzialmente le cose come stanno, ma introducendo il biennio integrato (come propone una parte consistente dell’Unione), oppure attivando nelle sedi dei licei economici e tecnologici anche percorsi almeno quadriennali di istruzione e formazione professionale di uguale natura (Confindustria docet), oppure ancora scegliendo la formula del campus che prevede la costituzione a rete di percorsi formativi integrati per tutti i licei e gli istituti di istruzione e formazione professionale (nel senso di autorizzare, ad esempio, pure i licei delle scienze umane non solo ad aprire altri percorsi liceali, ma anche percorsi di istruzione e formazione professionale dai 14 ai 23 anni di natura educativa, sociale e assistenziale).