
Contro il bullismo giovanile. Appello agli adulti del prof Lucisano

L’ultimo numero di Education 2.0, la rivista online fondata da Luigi Berlinguer, e di cui Fiorella Farinelli è l’attuale direttore editoriale, pubblica un vibrante articolo-appello del prof. Pietro Lucisano, già apprezzato docente di pedagogia sperimentale dell’Università di Roma La Sapienza, che individua tra le cause principali del bullismo giovanile “la mancanza di educazione nel discorso pubblico” da parte degli adulti, e soprattutto dei politici e di quei media che di tale loro comportamento “si compiacciono”, dando alle loro parole violente, pur fingendo di criticarle, “spazio ed evidenza”.
Ma “la parola pubblica e il comportamento degli adulti hanno un valore educativo”, sottolinea Lucisano: “Quando un politico deride un avversario, quando un dirigente usa il sarcasmo per squalificare un’opinione, quando un giornalista spettacolarizza l’odio, quando i rapporti tra genitori e insegnanti finiscono in rissa, qualcuno guarda e impara. E troppo spesso, quel qualcuno è un adolescente”.
Prima che agli studenti occorrerebbe dare un voto di condotta agli adulti che danno un cattivo esempio.
“Bisogna far comprendere agli adulti e in particolare a quelli che hanno responsabilità pubbliche che hanno un dovere educativo. Hanno il dovere di promuovere rispetto, dialogo, confronto. Hanno il dovere di non legittimare modelli relazionali violenti. Hanno il dovere di dare l’esempio, non lo scandalo”.
Per questo, a conclusione del suo articolo, Lucisano lancia un appello, che può essere sottoscritto cliccando qui, contenente le seguenti sette pressanti richieste:
- Una svolta etica e linguistica da parte di chi opera in politica, nei media, nelle istituzioni.
- La fine dell’umiliazione come strumento di comunicazione.
- La responsabilità educativa del linguaggio pubblico come principio irrinunciabile.
- L’impegno a denunciare e isolare pubblicamente chi persevera in comportamenti di bullismo verbale, mediatico o istituzionale.
- La costruzione di una cultura democratica fondata sulla dignità, non sul dominio.
- L’impegno delle società scientifiche che si occupano di ricerca educativa a studiare il fenomeno e a valutarne gli effetti e i costi sociali e a proporre strategie per limitare questi comportamenti.
- L’impegno della comunità civile a pretendere educazione da chi ci governa e usare anche il metro dell’educazione, della riflessività, della capacità di dialogo come criterio per la scelta dei suoi rappresentanti.
Principi e regole – a nostro avviso pienamente condivisibili – che nell’attuale contesto comunicativo, così inasprito da continui cedimenti a quella che Milena Santerini ha efficacemente denominato “La mente ostile”, potrebbero rivelarsi efficaci antidoti.
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