Contratto scuola, arretrati: le interpretazioni applicative registrano fino ad oltre 440 euro netti di differenza

Sugli arretrati del contratto scuola c’è già una divergenza interpretativa di notevole rilievo, derivante dal significato corretto che viene dato alle due note apposte in calce alle tabelle degli aumenti mensili, definiti rispettivamente per gli anni 2019, 2020 e 2021. Per capire meglio il senso del dubbio interpretativo prendiamo, come esempio, la posizione degli arretrati (Tabella A) dei docenti di scuola media con anzianità 0-8 anni.

(1) Il valore a decorrere dal 1.1.2020 comprende ed assorbe l’incremento corrisposto dal 1.1.2019.
(2) Il valore a decorrere dal 1.1.2021 comprende ed assorbe l’incremento corrisposto dal 1.1.2020.

Cosa significa “il valore comprende ed assorbe l’incremento corrisposto per l’anno precedente”?

Prima ipotesi: non può significare, ovviamente, che, ad esempio, il valore per il 2020 sia dato dalla somma con il valore dell’anno precedente (31,10 + 16,90) che porterebbe il valore complessivo a 48,00 per il 2020. Allo stesso modo, il valore per il 2021 non potrebbe essere il risultato della somma con il valore dell’anno precedente (31,10 + 69,00 = 100,10).

Seconda ipotesi: Scartata la prima ipotesi, all’opposto, la nota potrebbe significare forse che non solo il valore non si somma con quello dell’anno precedente, ma che è il risultato della differenza tra i due valori. Conseguentemente, il valore reale del 2020 non sarebbe quello riportato in tabella (31,10), bensì sarebbe il risultato della differenza con quello dell’anno precedente (31,10 – 16,90), pari, cioè, a 14,20. Allo stesso modo, il valore per il 2021 sarebbe pari a 37,90, risultante dalla differenza tra 69,00-31,10.

Terza ipotesi: riteniamo che sia più attendibile l’interpretazione secondo cui i valori degli importi mensili delle tre annate considerate sono quelli reali ed effettivi e non vanno né sommati né decurtati rispetto a quelli degli anni precedenti.

In base alla seconda ipotesi l’importo complessivo degli arretrati dal 2019 al 2022 sarebbe pari a 1.928,55 euro lordi, che, detratti i contributi previdenziali/assistenziali, e le ritenute erariali dell’Irpef, darebbe un netto finale di 1.285,86 euro.

Con la terza ipotesi l’importo complessivo degli arretrati invece sarebbe pari a 2.417,10 euro lordi che, detratti i contributi e le ritenute erariali, porterebbe ad un netto di 1.611,60.

La differenza tra l’una e l’altra ipotesi interpretativa sarebbe di circa 325 euro.

In base all’anzianità e al ruolo, le differenze nette possono cambiare sensibilmente, superando, ad esempio, per un professore delle superiori a fine carriera (2.182,86 invece di 1.740,86) una differenza netta di 440 euro di arretrato.     

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