Contratto: illustrato ai sindacati l’atto di indirizzo

Questa mattina è stato illustrato alle Organizzazioni Sindacali latto di indirizzo per il rinnovo del contratto della Scuola, scaduto dal 2019. L’illustrazione, come riferisce un comunicato del MI, è avvenuta alla presenza del Ministro Patrizio Bianchi. Punti di riferimento del documento, che sta alla base del rinnovo contrattuale, come previsto dal decreto legislativo 165 del 2001 (Testo Unico sul pubblico impiego), sono il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Patto per la scuola, e l’atto di indirizzo quadro per i rinnovi contrattuali delle pubbliche amministrazioni per il triennio 2019-2021.

L’atto di indirizzo indica gli obiettivi del governo nell’ambito del rinnovo. Con riferimento alla formazione, ad esempio, il contratto dovrà definire un pacchetto di ore dedicate alla formazione in servizio dei docenti, con particolare riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali. Per gli Ata sarà rivisitato l’ordinamento professionale, con attenzione alla valorizzazione del personale, in particolare dei DSGA. Fra gli obiettivi, c’è anche il welfare lavorativo: possibili aree di intervento saranno rappresentate da sostegno alla genitorialità, prestazioni sanitarie, formazione e mobilità sostenibile.

Nel contratto saranno disciplinate anche le funzioni strumentali: si punta ad avere specifiche iniziative formative per chi assume queste responsabilità e a disciplinare criteri di scelta, durata dagli incarichi e relativi compensi. Il Contratto nazionale riunirà in un unico testo tutte le norme contrattuali, agevolandone la consultazione e comprensione da parte dei lavoratori. Il Contratto andrà infine a regolamentare anche gli aspetti disciplinari, nonché quelli relativi al lavoro agile.

Il primo commento è quello del segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli, secondo il quale nell’atto di indirizzo “è presente la maggior parte dei temi per noi fondamentali“, per molti dei quali però non è previsto un adeguato investimento di risorse.

Tutto quello che sta avvenendo nella scuola ci dice che la categoria sta facendo uno sforzo epico che deve essere riconosciuto dal Paese – spiega Sinopoli – Bene dunque, che le risorse, grazie alla nostra prolungata mobilitazione culminata nello sciopero del 10 dicembre,  siano state incrementate di 300 milioni, ma ancora non bastano. Per riconoscere il lavoro fatto dal personale docente, educatore e Ata in questo terribile periodo di pandemia quelle risorse andrebbero almeno triplicate”.
 
Questo contratto si colloca in una dimensione politica totalmente diversa da quella di poco più di una settimana fa – si apre con il diretto riferimento al quadro costituzionale dopo l’elezione del presidente della Repubblica” ha detto Pino Turi, segretario Uil Scuola, questa mattina durante l’incontro con il ministro Bianchi, sull’atto di indirizzo per il personale della scuola. “La scuola è un grande sistema nazionale che tiene insieme il paese. É l’ultima grande infrastruttura del Paese – il richiamo alle parole del ministro Bianchi è voluto perché – sottolinea Turi – bisogna creare le condizioni per sottoscrivere un contratto nazionale per la scuola in un momento molto delicato. Va superato concretamente, con soluzioni condivise il clima di esasperazione che si avverte forte nelle scuole. Non è utopia guardare ad un nuovo umanesimo attento alla relazione insegnante-studente, capace di guardare al sistema istruzione nel suo complesso, adatto a metterlo in sicurezza dalle sirene della scuola-azienda”
 
Serve una fase 2 per la scuola“. E’ questa la proposta lanciata da Turi: “Non siamo per gerarchizzare la scuola, né per firmare un contratto tecnocratico . C’è bisogno di guardare alla scuola in modo ampio, il nuovo contratto deve definire diritti e obblighi in un testo che sia rispondente all’oggi, chiaro e applicabile. Inevitabile il richiamo al non-contratto sulla mobilità firmato da una sola sigla. Una ferita aperta – ha detto Turi – che va sanata, non per adesione ad un testo che contiene stratificazioni legislative di difficile applicazione ma aprendo alle osservazioni di sindacati che hanno forte identità e ampia rappresentatività dei bisogni dei lavoratori. E’ una partita aperta“.
 
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