Contratto DS: già 1200 firme di diffida ai sindacati per non svendere

Nato dal basso spontaneamente, sta girando in rete un documento indirizzato a tutti e sei i sindacati dell’Area dell’Istruzione e della Ricerca, con cui centinaia di dirigenti scolastici firmatari “diffidano” le OO.SS. a non sottoscrivere un contratto che non preveda almeno:

  1. la piena perequazione economica con le altre dirigenze;
  2. l’attribuzione di risorse economiche e di personale aggiuntivo per ogni nuovo adempimento.

Le firme, a quanto sostengono i promotori di questa iniziativa, erano arrivate ieri a 1.200 con la prospettiva che, per via telematica, WhatsApp, mail e altro, si riesca in breve a raggiungere e forse superare il numero di 2mila, avvicinandosi a quota un terzo dell’intero organico di dirigenti in servizio.

L’Anp, il maggior sindacato rappresentativo della dirigenza scolastica, condivide in pieno le richieste (rivendicate da tempo), ma non ritiene di dover essere compreso tra i destinatari di questa diffida. In proposito afferma: “Anp ha la serena coscienza di lavorare per quegli obiettivi da tempo: non sappiamo ovviamente se sarà possibile raggiungerli, ma possiamo con tranquillità affermare che non firmeremo un contratto che non preveda quel risultato. Possono dire lo stesso le altre sigle a noi accomunate nel documento? Possono, in particolare, dire lo stesso CGIL, CISL, UIL e CONFSAL, che – firmando l’intesa del 30 novembre scorso – hanno accettato in partenza di accontentarsi di un ‘tetto’ di 85 euro mensili in sede contrattuale? 85 euro medi, da distribuire, per di più, in proporzione inversa (cioè privilegiando i livelli funzionali inferiori)?”.

Mentre monta questa singolare protesta, nonostante il periodo estivo che vede molti dirigenti scolastici in ferie, ricordiamo che nell’incontro tenuto la settimana scorsa al Miur per l’informativa dell’atto di indirizzo per i rinnovi dei contratti, si è parlato – come ha riferito Tuttoscuola – non di perequazione retributiva con la dirigenza pubblica, bensì di armonizzazione interna per la dirigenza del nuovo comparto ‘scuola-università-ricerca-afam’. Un obiettivo ben lontano da quanto richiesto dai firmatari della diffida.