Consulta: via libera a legge Emilia-Romagna

Va a favore dell’Emilia-Romagna il braccio di ferro promosso dal governo davanti alla Corte Costituzionale su una legge regionale che, in materia di istruzione, ha introdotto novità di non poco conto come ad esempio gli assegni di studio per la formazione professionale del personale, l’alternanza scuola-lavoro, la promozione dell’educazione degli adulti, l’integrazione tra i sistemi dell’istruzione e formazione professionale. I giudici della Consulta – con la sentenza n. 34 scritta dal vicepresidente Carlo Mezzanotte – hanno dichiarato infondate tutte le numerose questioni di legittimità costituzionale della legge regionale n. 12 del giugno 2003 che il governo aveva impugnato ritenendola in più punti lesiva delle competenze statali.

La Corte ha innanzitutto dato il via libera agli assegni di studio (alle condizioni e secondo le modalità definite dalla Giunta regionale, nell’ambito degli indirizzi approvati dal Consiglio regionale) da destinare al personale della scuola che si avvale di un periodo di aspettativa. Ciò non contrasta con le disposizioni statali che – chiarisce la Corte – concedono al personale scolastico, ogni dieci anni di servizio, la possibilità di chiedere un periodo annuale di aspettativa non retribuita “senza dover allegare alcun particolare motivo”.

Nel caso della legge regionale, invece, gli assegni non costituiscono retribuzione, “né il periodo di aspettativa può essere computato nel servizio di istituto”: l’obiettivo è soltanto quello di sostenere le attività di qualificazione. “In definitiva – spiega la Corte – la finalità di elevazione professionale del personale scolastico viene perseguita” dalla norma “senza scalfire il principio fondamentale invocato dallo Stato”.

La legge dell’Emilia-Romagna prevede inoltre l’alternanza scuola-lavoro, per assicurare ai giovani “competenze spendibili nel mercato del lavoro”. Una finalità, questa, che secondo i giudici della Consulta non contrasta con quanto stabilito dalla legge statale. L’alternanza scuola-lavoro – scrive la Corte – costituisce “uno degli elementi centrali del sistema integrato istruzione/formazione professionale, in armonia con orientamenti invalsi in ambito comunitario, nel quale si e’ andata rafforzando sempre più una politica indirizzata alla riqualificazione dell’istruzione e della formazione professionale quale fattore di sviluppo e di coesione sociale ed economica”.

Stesso discorso vale anche per l’educazione degli adulti e il sostegno, previsto dalla legge regionale, alle iniziative di recupero e di reinserimento scolastico e formativo di tutti coloro che non hanno conseguito la licenza media. Per la Corte Costituzionale questa disposizione è “in linea con le finalità’ individuate dalla legge delega del 2003 ed altresì con quelle prefigurate in ambito comunitario”.

La Consulta ha dato torto al governo anche quando lamentava la lesione del diritto al riconoscimento dei crediti e al passaggio tra i sistemi per tutti gli studenti che provengono da percorsi non integrati alla luce del fatto che la legge regionale introduce norme di integrazione tra i sistemi dell’istruzione e formazione professionale. “Il senso da ascriversi alla norma – sentenzia la Corte – è soltanto quello di individuare, come base preferibile per il riconoscimento e per reali, e non solo teoriche, possibilità di passaggio, proprio l’istituto dell’integrazione dei sistemi, senza perciò eliminare altre forme legali di riconoscimento e, specialmente, di crediti”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha espresso piena soddisfazione per la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del Governo contro la legge dell’ Emilia-Romagna sulla scuola. Una legge, ha spiegato, “che da’ risposte certe e innovative alle famiglie, agli studenti e agli insegnanti”. “Non c’è mai stato da parte nostra un atteggiamento pregiudiziale o ideologico nei confronti del Governo – ha aggiunto Errani – Al contrario, abbiamo sempre prestato la massima attenzione ai problemi e all’interesse di una realtà che è cruciale per il futuro della nostra comunità. Con lo stesso spirito ci stiamo impegnando in queste settimane sul tema del lavoro, della sua qualità, della sua stabilizzazione. Tema che alla scuola è strettamente collegato”.