Confindustria: 10 indirizzi per i licei tecnologico ed economico

Il Forum organizzato da Confindustria lo scorso 6 maggio non ha portato l’auspicata maggiore chiarezza sul decisivo e intricato tema della struttura e della portata del sistema di istruzione e formazione professionale varato dalla riforma Moratti, né sul connesso problema del destino degli attuali istituti tecnici.
La Confindustria, per la verità, ha parlato chiaro: non si fida delle Regioni, e propone quindi che gli istituti tecnici, raggruppati in 10 indirizzi (5 tecnologici, 5 economici) restino affidati allo Stato. Le valenze professionalizzanti saranno assicurate nel quadro dell’alternanza scuola-lavoro. In questo modo verrebbe di fatto silurato il “sistema dell’istruzione e formazione professionale” che si ridurrebbe a poco più dell’attuale formazione professionale regionale, visto che molto probabilmente anche gli istituti professionali (i loro insegnanti, le famiglie) spingerebbero per restare nella “serie A” del sistema di istruzione.
Ma la riforma Moratti propone una soluzione diversa, centrata sulla “pari dignità” dei due sistemi (liceale e professionale), e il Governo ha dichiarato in Parlamento di accettare un ordine del giorno che invita a far confluire “la maggior parte” degli istituti tecnici e professionali nei percorsi professionali.
Probabilmente è per questo che il sottosegretario Valentina Aprea, intervenuta al Forum, è stata in proposito cautissima. La soluzione del nodo, ha detto, sarà trovata nel contesto del nuovo rapporto Stato-Regioni disegnato dal titolo V della Costituzione, che comunque assegna alle Regioni un ruolo importante anche in materia di istruzione, e non solo di formazione professionale.