
Concorso straordinario Infanzia e Primaria: non c’è ancora il decreto

Era data per certa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di ieri, 23 ottobre, del decreto ministeriale per il concorso straordinario di scuola primaria, dell’infanzia e del sostegno, annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.
Invece l’attesa è andata delusa, aprendo interrogativi sul ritardo e sui possibili motivi tecnici che l’hanno determinato.
C’era il dubbio di un dovuto passaggio alla Corte dei Conti per la preventiva registrazione, ma, non trattandosi ancora del bando vero e proprio, sembra che l’ok della Corte non fosse necessario.
È improbabile un correttivo del testo dell’ultimo momento, visto che era stata confermata la firma del ministro Bussetti al provvedimento.
In attesa di chiarimenti e della pubblicazione, ricordiamo che dal decreto, una volta pubblicato, uscirà il bando vero e proprio che indicherà, tra l’altro, la scadenza e le modalità per la presentazione delle domande.
Il concorso straordinario, previsto dalla legge ‘dignità’ varata questa estate, è riservato ai docenti magistrali diplomatisi entro il 2001-02 e ai laureati in scienze della formazione primaria; per entrambi è richiesta, come requisito di ammissione, una anzianità di servizio di almeno due anni prestati negli ultimi otto anni scolastici.
Il servizio è considerato anno intero se nel medesimo anno scolastico sono stati prestati complessivamente almeno 180 giorni di supplenza oppure una supplenza continuativa dal 1° febbraio fino al termine delle attività didattiche.
Non sarà un concorso selettivo e tutti i partecipanti (si stima che saranno circa 12 mila) potranno essere inseriti in graduatoria di merito in base ai titoli di servizio e di cultura posseduti (max 70 punti) e in base al punteggio della prova orale (max 30 punti).
Non è prevista la prova scritta, bensì soltanto una prova orale costituita da una lezione simulata.
Le immissioni in ruolo avverranno gradualmente secondo la disponibilità dei posti e in base allo scorrimento di graduatoria, con una possibile attesa che, in alcuni casi (soprattutto per la scuola dell’infanzia) potrebbe essere di diversi anni.
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