Concorso secondaria: il ritardo delle prove mina la riforma Brunetta

In base al calendario del concorso secondaria, entro Pasqua saranno state svolte le prove scritte di 67 delle 132 classi di concorso previste dal bando (praticamente il 50%). Alcune di loro sono già state oggetto di polemiche per la presenza di quesiti ritenuti non adeguati a valutare il merito della preparazione di molti candidati, determinando effetti di pesanti e immeritate esclusioni. Anche se circoscritte ad un numero ridotto di classi di concorso, quelle prove scritte concorso secondaria contestate potrebbero intaccare la credibilità dell’intero concorso, primo test significativo della recente riforma dei concorsi delineata dal ministro Brunetta.

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Ma, anche nel caso in cui le prove concorso secondaria contestate venissero circoscritte a pochi spiacevoli incidenti di percorso oppure risolte con una specie di sanatoria, la credibilità di quella riforma è a rischio per un altro motivo. Potrebbe, infatti, venire a mancare uno dei tasselli più importanti su cui si fonda la stessa riforma: la drastica riduzione dei tempi di svolgimento del concorso secondaria.

Come è noto, obiettivo finale della riforma – una volta smaltito il pregresso e stabilizzato il sistema riducendo il numero di posti vacanti – è quello di assicurare la cadenza annuale dei concorsi.

In coerenza con questo obiettivo, la riforma ha eliminato la prova preselettiva concorso secondaria, ha evitato i lunghi tempi di correzione delle prove scritte, prevedendo la correzione istantanea automatizzata dei quesiti a risposte multiple.

Ma ora, dopo questa fase iniziale, la procedura balbetta, esita, ritarda, compromettendo il rispetto dei tempi sperati. Ne è riprova il calendario delle prove orali concorso secondaria delle prime dieci classi di concorso di cui, a prove scritte effettuate a marzo, il ministero ha già pubblicato i quadri di riferimento dell’orale.

Tenendo conto degli accorpamenti, sono state pubblicate soltanto 28 procedure delle 134 previste, cioè una su cinque. Se i calendari delle altre 106 procedure mancanti venissero tutti pubblicati in questa settimana, i relativi orali inizierebbero intorno alla metà di maggio, mettendo a rischio in molti casi la definizione delle graduatorie di merito in tempo utile per nominare i vincitori a settembre.

E stiamo parlando soltanto delle prime dieci classi di concorso (ce ne sono altre 122)!

La causa del ritardo che compromette in modo strutturale l’impianto della riforma Brunetta è da ricercare soprattutto nella palese difficoltà della costituzione delle commissioni di concorso, per le quali il raddoppio del compenso non basta a colmare il mancato esonero dal servizio dei commissari.

Per approfondimenti:

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