Concorsi scuola, troppi bocciati. Il sistema boccia sé stesso

Nel convegno “Reclutamento, formazione e carriera, in gioco la qualità della scuola”, organizzato da Tuttoscuola nell’ambito della Fiera Didacta a Firenze con interventi del deputato responsabile scuola di Forza Italia, Valentina Aprea, del segretario generale della Cisl-scuola, Ivana Barbacci e degli ex-ministri dell’istruzione, Valeria Fedeli e Lucia Azzolina, quest’ultima è intervenuta, tra l’altro, sull’andamento dei concorsi per docenti, attualmente in fase di svolgimento.

“Bisognerebbe conoscere la scuola per starci” – ha dichiarato – “Il concorso ordinario è un disastro colossale, abbiamo una percentuale di bocciati enormi. Il PNRR poteva essere una grandissima occasione di rinnovamento per la scuola. Oggi questa occasione in parte la stiamo perdendo. Da donna di scuola mi piange il cuore pensare che possano esserci ancora tagli ai docenti”.

La situazione del numero enorme di candidati bocciati allo scritto, a cui l’ex-ministro ha fatto riferimento, è riferita al concorso ordinario di scuola secondaria.

Nella sua denuncia l’ex-ministro non si sofferma sulle possibili cause della pesante selezione, ma evidenzia implicitamente come l’eccessiva entità di esclusi dal prosieguo del concorso riduca notevolmente la possibilità di intercettare molti candidati comunque preparati, a scapito dell’esito qualitativo finale. È come dire che sarebbe stato opportuno offrire un’ulteriore chance all’orale per verificare preparazione e capacità del candidato.

Ma davvero le prove scritte del concorso ordinario della secondaria sono state eccessivamente selettive (bocciando, quindi, la stessa finalità della prova)? Analizziamo i numeri.

Attualmente nelle 230 procedure (circa il 38% di quelle previste), di cui si conosce il numero di ammessi all’orale, la percentuale di ammessi è del 13% (conseguentemente, la percentuale di non ammessi è dell’87%, al lordo di chi non si è nemmeno presentato alla prova).

Per le discipline STEM, di cui attualmente sono noti i risultati degli scritti soltanto di 20 delle 75 procedure previste, la percentuale di ammessi all’orale è complessivamente dell’11,3% (conseguentemente, la percentuale di non ammessi è quasi dell’89% con la presenza pressoché completa di tutti i candidati allo scritto).

Non si può non riconoscere la fondatezza della critica dell’ex-ministro Azzolina.

Possono essere diverse le cause di questo esito negativo, tra cui, forse, sembra via sia quella della mancanza di preciso input del committente (il ministero) per indicare il livello opportuno di difficoltà dei quesiti che gli esperti dovevano predisporre.

Abbassare o innalzare l’asticella della difficoltà è decisivo per il risultato finale.

A meno che – a pensar male – non sia stato proprio il committente a volere alta l’asticella per ridurre tempi e costi delle procedure, anche a costo di compromettere la qualità della selezione del concorso.

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