Reclutamento, formazione e sviluppo professionale, Azzolina: ‘PNRR grande occasione per la scuola, ma in parte la stiamo perdendo’

In questi giorni sono in ballo questioni fondamentali per il livello di qualità del sistema di istruzione che incidono sul profilo futuro dei docenti italiani, su come verranno formati, su come verranno selezionati, su come si aggiorneranno e su quanto saranno motivati nel loro percorso professionale. La posta è alta e a metterla sul piatto sono le norme sulla formazione e sul reclutamento contenute nel decreto legge 30 aprile 2022, n. 36 del PNRR i cui lavori sono in pieno corso al Senato. Se ne sta parlando proprio ora nel corso di un dibattito qualificato fuori dal Parlamento ma con importanti rappresentanti della politica e del sindacato organizzato da Tuttoscuola  nell’ambito della Fiera Didacta, che apre oggi a Firenze (Fortezza da Basso).

Il convegno è intitolato “Reclutamento, formazione e carriera, in gioco la qualità della scuola”, e vede intervenire le sue ex ministre dell’Istruzione, Lucia Azzolina e Valeria Fedeli, con la responsabile Scuola di Forza Valentina Aprea e con la segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci. L’evento si svolge presso la Sala della Scherma. Segui la diretta Twitter dell’evento sul nostro account @Tuttoscuola.

“Grazie a Tuttoscuola che è da sempre fonte di informazione e aiuto a entrare in contatto con la scuola – dichiara l’on. Valentina Aprea – 
Il decreto scuola contiene un principio positivo, migliore declinazione per garantire la rapida transizione dalla formazione universitaria all’insegnamento e garantire un ricambio della classe docente. Abbiamo un disperato bisogno di selezionare docenti giovani. La prima proposta che avanziamo – continua la responsabile scuola di Forza Italia –  è lasciare che l’abilitazione sia libera, concepita come diritto degli studenti. Libera qualificazione professionale”.

Meno accogliente la segretaria Cisl Scuola, Ivana Barbacci: “Siamo in una fase dell’anno delicatissima. Nel decreto legge c’è un’impalcatura che verte a un modello semplicistico. Il reclutamento per me qualifica la categoria degli insegnanti. Questo sistema che si è segmentato nel tempo non riesce a trovare una dimensione esclusiva legata ai concorsi ordinari. Se noi ci fossimo presentati con una condizione governata nel tempo non ci troveremo oggi moltissimi precari. Per essere qualificato come soggetto in una fase di avvicinamento a una professione bisogna avere un periodo di tempo maturato nel servizio. I 36 mesi possono essere un parametro di riferimento. Io non posso sopportare che nelle classi dei nostri studenti ci siano colleghi chiamati quasi per caso e che noi legittimiamo che non siano abilitati. Il decreto avrebbe dovuto immaginare un percorso di abilitazione permanente”.

Per quanto riguarda la questione dell’assenza della carriera nel DL 36, per la Barbacci “Un insegnante ha bisogno di essere riconosciuto nel suo percorso per migliorare le proprie caratteristiche, poter evolvere nel proprio percorso, formativo e professionale. Tutto questo va ridisegnato in maniera significativa, restituendo ciò che deve essere contrattabile. Restituiamo dignità agli stipendi se vogliamo che i giovani ragazzi si affaccino a fare gli insegnanti. Non c’è un investimento sul capitale umano in termini di formazione. E’ un momento fortemente drammatico, se perdiamo questa occasione lasceremo la scuola alla deriva. La scuola dopo la pandemia deve essere sostenuta, rafforzata e valorizzata”.

“Bisognerebbe conoscere la scuola per starci”, interviene Lucia Azzolina.Il concorso ordinario è un disastro colossale, abbiamo una percentuale di bocciati enormi. Il PNRR poteva essere una grandissima occasione di rinnovamento per la scuola. Oggi questa occasione in parte la stiamo perdendo. Da donna di scuola mi piange il cuore pensare che possano esserci ancora tagli ai docenti”.

Le classi sovraffollate esistono – continua l’ex ministra del Movimento 5 Stelle parlando delle classi pollaio –. Quell’elemento negativo dovrebbe essere trasformato in qualcosa di positivo. Basta alla riforma Gelmini, 27 alunni per classe alla secondaria di secondo grado non ce la fanno. Lì abbiamo la più grande dispersione scolastica. Tutte le volte che si parla di tagli alla scuola mi viene l’allergia, è come ci fosse una miopia evidente nella classe politica. Come Movimento 5 stelle presenteremo degli emendamenti per rivedere le norme che sono state scritte”. E riguardo poi alle norme sulla formazione contenute nel DL 36: “Dire se ti formi ti pago, se non ti formi va bene lo stesso è la cosa più diseducativa che il Ministero dell’istruzione possa fare”.

“Abbiamo l’opportunità di presentare degli emendamenti a questo decreto – conclude Azzolinae io spero che si possa riuscire a ottenere un accordo. Se questo accordo venisse a mancare ci perdiamo tutti”.

Quella docente è la più importante professione di un Paese civile, è l’infrastruttura che governa ogni cambiamento – aggiunge ora un’altra ex ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli -. C’è un’assenza di analisi sulle ragioni per le quali l’Italia da sempre ha una crescita in termini economici distante dagli altri Paesi europei. Questo perché abbiamo tenuto separati gli investimenti sui percorsi formativi, con gli investimenti nella qualificazione dell’economia reale. Prendiamoci l’impegno di trovare soluzioni per avere proposte che non siano bandierine di parte. Siccome consideriamo la scuola terreno di caccia elettorale, non c’è una cultura della verifica e questo è un dramma. Vuol dire non avere quella responsabilità che affida nel concreto i valori che dichiariamo nella scuola”.

Arriva poi al tema discusso nel corso del convegno di Tuttoscuola Fedeli, il tanto discusso DL 36: “Sono qui per mettere in elenco i difetti e i pregi, poi bisogna trovare soluzioni. Siccome il tema della formazione è centrale per poter riconoscere valore a questa professionalità, bisogna dare forza all’insieme delle competenze. Diventa quindi fondamentale la responsabilità nel trovare soluzioni a questo decreto. C’è molta confusione in quel testo, uno straordinario chiarimento da fare. Il percorso di carriera non viene mai attuato. Ricominciamo innovando, cambiando, ma quando si sottoscrivono delle leggi non ricominciamo ogni volta da zero, non è utile a nessuno”.

 

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