Concorsi: quali sarebbero i divieti imposti dalle autorità sanitarie?

Il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso (Lega) ha dichiarato che, “contrariamente a quello che il M5S vorrebbe far credere”, lui e la Lega non si oppongono al concorso ordinario, il cui mancato espletamento sarebbe stato impedito dalle autorità sanitarie: “fosse per me lo farei partire anche a giugno. Se non è  stato espletato fino ad oggi è solo perché  in piena pandemia le autorità  sanitarie non ne hanno consentito lo svolgimento”. Un messaggio che sembra rivolto in particolare ai 430.585 candidati del concorso ordinario della secondaria, tuttora in attesa che si avviino le procedure selettive.
 
A dire il vero non vi sono divieti posti dalle autorità sanitarie allo svolgimento di prove concorsuali in presenza, bensì l’osservanza di particolari criteri per l’effettuazione in sicurezza, come disposto anche dal DL 44 del 1 aprile 2021 che, tra l’altro, ha anche previsto che “dal 3 maggio 2021 è consentito lo svolgimento delle procedure selettive in presenza dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni nel rispetto di linee  guida  validate dal Comitato tecnico-scientifico”.
 
A riprova di questo, come si ricava dalla Gazzetta Ufficiale concorsi di queste settimane, diverse amministrazioni pubbliche hanno messo a calendario le prove scritte in presenza di concorsi da loro banditi. Insomma le autorità sanitarie non stanno vietando concorsi pubblici come quelli della scuola. E per fine maggio sarà anche verosimilmente convertito in legge il decreto legge 44/21 “Brunetta”, che prevede una semplificazione delle procedure.
 
Sullo svolgimento del concorso ordinario della secondaria Sasso dice il vero quando afferma che “oltre 400.000 aspiranti richiedono uno sforzo organizzativo gigantesco. Solo per poter formare le commissioni occorrerebbero mesi”, ma va aggiunto che vi sono altri 76.757 candidati, quelli di scuola primaria e dell’infanzia, il cui concorso è pronto e già dispone delle commissioni, del collaudo di aule informatiche e della batteria delle prove per la preselezione.
 
“Servono insegnanti stabili a settembre – afferma il sottosegretario – la soluzione più pratica ed opportuna è quella della stabilizzazione di chi è nelle nostre scuole da anni ed anni”, aggiungendo che “una cosa non esclude l’altra” e augurandosi che “tanti giovani neolaureati e chiunque altro possa al più  presto concorrere per poter svolgere il lavoro più  bello del mondo”. Bene: si proceda subito coerentemente con il concorso ordinario per infanzia e primaria, per il quale non c’è alcun ostacolo se non la volontà politica di avviarlo.
 
In effetti le due forme di reclutamento non sono in alternativa, ma, se i concorsi ordinari non partono subito, non avremo vincitori da immettere in ruolo né ovviamente per questo settembre ma neanche per il prossimo, creando le premesse anche per il prossimo anno per reiterare una soluzione sbrigativa per soli titoli. E’ questo che si vuole?