Comuni. Dopo le Regioni, nuovo fronte di scontro con il Governo

Il lungo braccio di ferro tra Regioni e Governo che, tra l’altro, ha determinato la prolungata inattività della Conferenza Unificata, si è concluso da pochi giorni e già si annuncia un nuovo fronte di scontro istituzionale, con effetti che potrebbero avere ricadute anche sul sistema scolastico.

Se non riusciremo ad avere un incontro con il presidente del Consiglio saremo costretti a interrompere la nostra partecipazione agli organi di concertazione“. Lo ha detto l’attuale presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino, intervenendo a Torino, città nella quale è anche sindaco, alla presentazione del rapporto 2009 sulla legislazione tra Stato Regioni e Unione Europea.

Chiamparino, a nome dell’Anci, ha levato “un grido di dolore” su quella che ha definito “la progressiva marginalizzazione dei comuni nel processo di costruzione del federalismo“.

Le minacce dell’Anci, che evidentemente cerca visibilità e ruolo per non essere relegata ai margini della riforma istituzionale federalista, hanno avuto un primo seguito, a quanto è dato sapere, nella Conferenza unificata di giovedì scorso, quando ha preteso modifiche ad alcuni testi di intese e accordi in trattazione.

Il peso dell’Anci per il regolare funzionamento della Conferenza unificata potrebbe diventare decisivo, nel caso in cui il Governo non accetti le richieste dei Comuni, mettendo a rischio la trattazione di alcune questioni aperte che dovrebbero essere trattate tra breve tempo, relativamente alla razionalizzazione della rete scolastica con riferimento sia al dimensionamento delle istituzioni scolastiche sia alla sopravvivenza dei piccoli plessi di scuola primaria nei confronti dei quali i Comuni hanno particolari interessi da difendere.