Competenze: una critica fuori tempo massimo?

Le critiche del prof. Israel alle dichiarazioni del direttore generale Carmela Palumbo sulle competenze e sulla loro certificazione non sembrano un attacco al “dirigismo scolastico”, ma allo stesso concetto di competenza.

Di competenze e della loro certificazione si parla – disposizioni legislative alla mano – da oltre dieci anni, da quando il Regolamento sull’autonomia ha disposto che fosse proprio il ministero dell’istruzione a disporre l’apposito modello di certificazione.

Dopo una lunga attesa il ministro Fioroni imponeva una accelerazione sull’argomento, disponendo nel 2007 la sperimentazione obbligatoria della certificazione delle competenze da parte delle scuole del 1° ciclo d’istruzione.

Nello stesso anno un decreto ha previsto il rilascio del certificato delle competenze acquisite alla fine dei 10 anni di istruzione obbligatoria (obbligo diventato esecutivo successivamente con altro decreto riferito ai ragazzi che escono dal biennio delle superiori).

Ma c’è stato di più: il Parlamento con la legge 169/2008 ha disposto il rilascio della certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado, prevedendo addirittura che le competenze acquisite siano espresse con voto in decimi.

Secondo il prof. Israel sarebbe senza fondamento la distinzione tra conoscenze e competenze: basterebbero i voti per valutare i livelli di apprendimento degli studenti. Dopo dieci anni, dietrofront?